Nanotubi e raccolta di acqua: la nuova scoperta alt_tag

Nanotubi e raccolta di acqua: la nuova scoperta

Nanotubi e nanotecnologia: una nuova scoperta, del tutto casual, grazie ai ricercatori del Pacific Northwest National Laboratory, su come raccogliere l’acqua nei climi aridi

MILANO – Chi l’ha detto che nella scienza tutto è sempre perfettamente calcolato? Arriva dagli Stati Uniti un'importante lezione su come una scoperta scientifica, potenzialmente in grado di rivoluzionare l’estrazione di acqua in zone aride della terra, sia scaturita da un errore durante esperimenti di tutt'altra natura.

La nuova scoperta nella Nanotecnologia

Un gruppo di ricercatori del Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) nello stato di Washington ha inconsciamente creato nanotubi capaci di assorbire l’umidità atmosferica e di espellerla sotto forma di goccioline d’acqua al raggiungimento di una certa percentuale di saturazione. La scoperta è avvenuta per un errore nel processo di fabbricazione di  nanofili magnetici che ha invece prodotto nanofibre ricche di carbonio. Per capire la natura dell’errore ed evitare di ripeterlo il chimico Satish Nune, uno degli autori dello studio, ha deciso di analizzare il materiale con uno strumento di laboratorio che fa uso di vapore acqueo, notando un anomalo calo di peso all'aumentare dell’umidità. A questo punto lo studioso, convinto di trovarsi di fronte ad un malfunzionamento dello strumento stesso, ha deciso di passare a un microscopio ad altissima risoluzione, potendo così osservare la formazione di acqua che poi evaporava grazie a un maggior livello di umidità.

Soluzione sostenibile alla raccolta dell’acqua

Successive indagini hanno permesso di descrivere nel dettaglio il comportamento unico di questo strano materiale che all'aumentare dell'umidità atmosferica assorbe acqua ma in un range compreso tra il 50 e l’80 percento di umidità relativa inverte il proprio comportamento espellendola.  Quanto involontariamente scoperto sarebbe la dimostrazione di un comportamento che aprirebbe la strada a metodi a bassa energia per la raccolta di acqua nei climi aridi, nonché nuove applicazioni in campo tessile per la realizzazione di indumenti capaci di rimuovere il sudore dalla pelle vaporizzandolo. Prima di qualunque utilizzo pratico sarà ora necessario approfondire le ricerche per valutare quali possano essere le dimensioni in grado di massimizzare la resa dei “nanorods” al carbonio.

di Alessandro Michielli

7 settembre 2016

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