L’orto sott’acqua, la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile

L’orto sott’acqua, la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile

Le colture cresciute in questo modo hanno dimostrato una qualità organolettica pari o superiore alle coltivazioni tradizionali

MILANO - Coltivare basilico e lattuga sul fondo del mare: quello che poteva sembrare impossibile è invece realtà grazie al “Nemo’s Garden” a Noli Ligure. L’orto sottomarino si trova all’interno di biosfere subacquee poste sul fondale a cento metri dalla costa, a una profondità compresa tra sei e otto metri. Questi baccelli sono realizzati con materiale vinilico semitrasparente, così da permettere il filtraggio dei raggi solari.

Il primo orto sottomarino

A testare per la prima volta l’efficacia dell’orto sottomarino è stato l’ingegnere Sergio Gamberini nel lontano 2012. L’ideatore del progetto ha creato delle biosfere all’interno delle quali è presente una climatizzazione e un’umidità stabile, favorevole a questo tipo di colture. All’interno di questi orti sottomarini la temperatura è di circa 25°C, senza le escursioni termiche che normalmente si registrano tra il giorno e la notte. Sin dai primi test, le colture cresciute in questo modo hanno dimostrato una qualità organolettica pari o addirittura superiore alle piante provenienti da coltivazioni tradizionali.

Le coltivazioni

Nell’estate del 2014 sulle coste nolesi è stato piantato basilico e tre diverse specie d’insalata, utilizzando una struttura molto grande, dotata di una capacità di 2000 litri che permette a tre persone di operare contemporaneamente. Dalla lattuga alle fragole, negli ultimi anni queste sono state diverse le coltivazioni che sono cresciute con successo all’interno delle 6 biosfere che compongono l’orto subacqueo. Di recente sono state aggiunte erbe aromatiche come l’origano ma anche semi di tabacco. L’acqua del mare sembra garantire la temperatura ideale per favorire la crescita delle piante.

I vantaggi di un orto sottomarino

Realizzare un orto sottomarino risulta essere una risposta efficace alle problematiche di coltivazione legate ai cambiamenti climatici. Le culture idroponiche subacquee rappresentano inoltre una soluzione ideale per quei Paesi che dispongono di scarse risorse di acqua dolce e che si sviluppano lungo la costa, oppure per quei territori ricchi di zone lagunari non troppo profonde. Fino ad oggi, per svolgere attività agricole era indispensabile desalinizzare l’acqua marina, operazione che presentava un certo costo e dispendio energetico; nelle biosfere viniliche avviene invece la desalinizzazione naturale, con l’acqua marina che evapora condensandosi e trasformandosi in acqua dolce.

Tra i vantaggi delle culture idroponiche subacquee troviamo anche la totale assenza di insetti e parassiti, i quali normalmente, in superficie, sono soliti attaccare le colture. Ciò garantisce una coltivazione naturalmente biologica, senza il bisogno di ricorrere ad alcun antiparassitario chimico.

La riapertura

Oggi il progetto Nemo’s garden, a largo della Liguria, risulta essere una realtà più che mai consolidata. Il laboratorio di coltivazione idroponica ha da poco riaperto i battenti dopo la chiusura imposta dal Covid ed è oggetto di studi sulla ricerca di sistemi di coltivazione alternativi ed economicamente più sostenibili. Nemo’s garden rappresenta ancora oggi un laboratorio di ricerca “a mare aperto”, capace di catturare l’attenzione di ricercatori e sub, incuriositi dall’insolito habitat.

Di Salvatore Galeone

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