“Acqua alpina”, la poesia che celebra la vitalità della montagna

“Acqua alpina”, la poesia che celebra la vitalità della montagna

Questi versi di Antonia Pozzi celebra il valore della natura, la capacità di farci riflettere sui grandi temi della vita e sentire meno soli

MILANO – Un omaggio alla montagna e all’acqua, il cui scorrere diventa metafora di libertà. Osservando le sorridenti montagne di Pasturo, un paesino ai piedi della Grigna, la poetessa Antonia Pozzi si dedica alle sue più grandi passioni: la scrittura e la fotografia.  Da qui nasce l’ispirazione per i versi che compongono “Acqua alpina”: una poesia grazie alla quale ci è possibile comprendere quanto l’autrice amasse le bellezze della sua cara montagna, il suo rifugio del cuore.

Acqua alpina, la poesia

Gioia di cantare come te, torrente;
gioia di ridere
sentendo nella bocca i denti
bianchi come il tuo greto;
gioia d’essere nata
soltanto in un mattino di sole
tra le viole
di un pascolo;
d’aver scordato la notte
ed il morso dei ghiacci.

(Breil) Pasturo, 12 agosto 1933

Acqua che “canta”

Antonia Pozzi, seduta su una roccia, approfittando del tiepido sole che illumina le rocce gelate, osserva l’acqua cristallina del torrente. L’acqua pare “cantare”, una luce tenue rende ancora più chiara e limpida; come musica di accompagnamento vi è il dolce suono dell’acqua che scorre lentamente. Le delicate viole, che sembrano incorniciare questo dolcissimo quadretto di montagna, catturano l’attenzione di Antonia.

La personificazione dell’acqua

Le parole di questa poesia ci incantano: l’acqua alpina canta, ride…l’acqua che sembra acquisire forma umana. Pare che Antonia stia immaginando l’acqua trasformarsi in una leggiadra fanciulla spensierata. Ecco questa fanciulla felice alla quale Antonia vorrebbe assomigliare, anche lei vorrebbe essere così libera, libera da tutti quei pensieri grigi che attanagliano continuamente la mente. Anche Antonia vorrebbe cantare come l’acqua del torrente, la fanciulla felice, anche lei, vorrebbe unirsi alla sua meravigliosa leggerezza al canto gioioso, capace dimenticare il buio della notte.

La passione per la montagna e la natura

Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio del 1912 da una famiglia alto-borghese. Nelle sue poesie affiora la sua personalità venata di tristezza ma, anche nelle liriche più malinconiche, emerge comunque un inno alla vita: la voglia di vivere non può svanire, è destinata a risuonare per sempre nelle sue parole. A riportare alla luce gli scritti di questa poetessa, ingiustamente rimasta nell’ombra per molti anni, sarà Eugenio Montale, che ne decreterà la fama definitiva.

Sin da piccola Antonia ha amato le lunghe passeggiate, dove può esplorare liberamente questi posti rocciosi e innevati, respirare a pieni polmoni l’aria fredda e pulita. La natura ci può parlare, può farci riflettere sui grandi temi della vita, a volte, può persino farci sentire meno soli.

Di Giorgia Aurora Monaco

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