“L’acqua sorgente di vita”, la mostra che celebra “l’oro blu”

“L’acqua sorgente di vita”, la mostra che celebra “l’oro blu”

Esposte a Milano opere ispirate al tema dell’acqua e alle sue infinite declinazioni assunte nell’arte tessile

MILANO - Dalle raffigurazioni dei fiumi del paradiso, alle rappresentazioni dei giardini celesti, fino ai tanti motivi ornamentali e simbolici legati all’acqua e ai rituali ad essa connessi. La Galleria Moshe Tabibnia presenta fino al 23 dicembre 2021 “L’acqua sorgente di vita”, un nuovo allestimento che raccoglie alcune delle opere più significative della collezione ispirate al tema dell’acqua e alle sue infinite declinazioni assunte nell’arte tessile.

Acqua fonte d’ispirazione

Principale fonte di vita e metafora di vita eterna, da sempre l’acqua ha ispirato e permeato l’arte sin dai tempi delle più antiche civiltà, veicolando simbologie metafisiche e rievocando paesaggi ultramondani e regni celesti. Zampillano fontane e scorrono ruscelli nelle numerose raffigurazioni del giardino celeste, tema ricorrente in tutte le civiltà antiche e in tutte le tradizioni in cui era forte la dimensione religiosa e spirituale della vita.

In particolar modo, il giardino celeste nell’immaginario islamico ha assunto una ben precisa rappresentazione che seguiva la narrazione dei testi sacri coranici e che si ritrova ben visibile nei cosiddetti “tappeti a giardino”: una vera e propria categoria di tappeti in cui il giardino è immagine del paradiso. Vero e proprio paesaggio terrestre, il giardino del paradiso raffigurato sui tappeti è una mappa celeste attraversata da motivi simbolici, dove l’acqua rappresenta la fonte di vita eterna.

La rappresentazione dell’acqua nell’arte tessile

Il percorso espositivo della mostra include alcune fra le opere più emblematiche di tappeto a giardino. Tra queste, è esposto un classico esempio di tappeto “Chahrbagh” (Tappeto a giardino “Chaharbagh”, Persia nord-occidentale, XVIII secolo, I metà), il tipico giardino quadripartito nella Persia safavide di derivazione achemenide, dove una rappresentazione a volo d’uccello mostra un giardino popolato da alberi, animali di varia specie, e attraversato da canali d’acqua ortogonali che confluiscono in un punto centrale, solitamente caratterizzato da una grande vasca con fontana.

In mostra anche altri tappeti e tessuti di manifattura persiana che raffigurano preziosi giardini, fra cui il tappeto a preghiera “Salting” di epoca safavide (Tappeto a preghiera, Persia centrale, XVI secolo, II metà), il cui campo presenta nella nicchia di un mihrab un vaso d’acqua da cui scaturiscono fiori e vari motivi vegetali.

Acqua simbolo di vita eterna

Esemplare unico nel suo genere, in mostra è presente un singolare tappeto a giardino caucasico (Tappeto a giardino, Caucaso, XVIII secolo), il cui disegno di ascendenza persiana, presenta un rarissimo campo color verde adornato da aiuole fiorite e da una grande piscina centrale caratterizzata dall’acqua rossa e popolata da motivi astratti. Simbolo centrale di questo giardino, l’acqua della piscina è metafora di immortalità e vita eterna. L’acqua rossa, liquido vitale primordiale, dà vita al giardino stesso e alla sua bellezza. Simboli astratti fluttuano sull’acqua di cui solo quello centrale è per noi leggibile: riporta al suo interno i quattro punti cardinali dell’universo a ricordare come la cosmologia era sempre intessuta nella visione ‘naturalistica’ del giardino celeste.

Acqua simbolo di castità

Non solamente nelle opere della tradizione orientale, l’acqua appare anche nell’immaginario artistico e simbolico dei paesi occidentali: una brocca circondata da fiori spicca su due preziosi ricami dell’Epiro del XVII secolo, in mostra, dove l’acqua è simbolo di purezza a cui si attinge per raffigurare la sposa “casta come acqua cristallina”; mentre una natura rigogliosa anima gli arazzi fiamminghi “Feuille de Choux” del XVI secolo, di cui due esemplari in mostra, evocando non solamente paesaggi esotici ma anche il biblico Giardino dell’Eden descritto nell’Antico Testamento.

Punto focale dell’esposizione: “Una sorgente nel punto dello sguardo”, un’opera di Remo Salvadori che riflette sull’’azione vivificante e sorgiva dell’acqua, il cui fluire attiva il processo della visione attraverso lo sguardo del soggetto e si offre come un “continuum” sospeso tra Infinito e Momento. E tra essi si sviluppa l’evolversi spaziale e temporale dell’esistenza.

Di Rossella Digiacomo

READ MORE