Acqua, una risorsa da “venerare”

Acqua, una risorsa da “venerare”

Fin dall’antichità, il culto dell’acqua ha sempre avuto un ruolo molto importante nella storia dell’uomo

MILANO - L’acqua è un elemento che nel corso dei millenni è stato adorato da tutte le culture del mondo con rituali, preghiere e doni. Accanto al culto della madre Terra, Gea, in armonia con essa sin dai tempi più remoti, l’uomo ha sempre onorato il culto delle acque. Non poteva essere diversamente, data la nostra totale dipendenza da questo prezioso elemento.

Acqua e rituale di purificazione

L’uso rituale dell’acqua è una pratica che accomuna diverse religioni. Nel fiume Gange, in India, si tengono alcune delle più importanti festività indù e raduni religiosi. La città di Varanasi, nel nord dell’India, ha centinaia di templi lungo le rive del fiume. La mitologia indiana afferma che Ganga, figlia di Himavan, re della montagna, aveva il potere di purificare tutto ciò che toccava. Anche dopo il funerale, gli indiani spesso immergono i corpi dei loro morti nel fiume, ritenendo così di purificarli dai loro peccati. Lo stesso valore di purificazione avvicina questo rito al lavaggio dei piedi praticato dai Musulmani prima di entrare alla Mecca.

Un rituale simile a quello Cattolico Cristiano. La stessa parola battesimo deriva dal greco baptizo che significa letteralmente “mi immergo”, che all’epoca di Gesù avveniva materialmente nell’acqua di un fiume: la rigenerazione e il rinnovamento passano assolutamente anche in senso figurato nella totale immersione in questo elemento vitale.

Acqua simbolo di fecondità

La cultura Egizia attraverso il Nilo divinizzava il valore dell’acqua in quanto simbolo di fecondità. Il ciclico straripamento delle acque del Nilo era rappresentato dalla divinità chiamata Hapy, l'incarnazione della fecondità che grazie all'inondazione del fiume garantiva la continuità della vita sulla Terra, obbligando i suoi sacerdoti ad un rispetto ferreo dei rituali. Il tempio del Faraone era il luogo dove si celebravano i riti legati al Nilo: in esso era situata una immensa vasca dove il Faraone assistito di sacerdoti officiava ed implorava la divinità affinché soddisfacesse i desideri e le preghiere dei fedeli. Grazie ad un sofisticato sistema idraulico, l’acqua del Nilo era portata alla vasca dove periodicamente si eseguivano i riti.

Il ruolo vitale della risorsa acqua, tra religione e mito

Lo stesso culto dell’acqua si diffuse poi in tutto il mondo di allora, approdando anche a Roma dove la cultura egizia era stata importata. Roma, multietnica e culturalmente avanzata, era anch’essa legata al culto delle acque. Non è un caso se furono i Romani all’epoca i primi a costruire per l’acqua le opere più monumentali come acquedotti, ponti e terme.

Dalla religione alla leggenda: il ruolo altamente simbolico riservato all’acqua nei miti giustifica il suo ruolo vitale: Venere è nata dalla spuma delle acque dell’Egeo; Romolo e Remo furono abbandonati in una piccola zattera sulle acque del Tevere; Mosè fu affidato in una cesta alle acque sacre del Nilo.

Si capisce quanto l’elemento acqua fosse importante per i popoli delle civiltà antiche dal numero impressionante di reperti, di ottima fattura, rinvenuti in prossimità di fonti e nei pozzi sacri: statuine bronzee, ceramica ornata, vasi in lamina di bronzo e vari manufatti. Tutti accessori realizzati con un fine specifico: celebrare e venerare l’acqua per allontanare la negatività e garantirsi un’esistenza prospera.

Di Salvatore Galeone

Source: Adobe Stock

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