Saype: chi è lo Street Artist che dipinge la sostenibilità

Saype: chi è lo Street Artist che dipinge la sostenibilità

L’artista francese Guillaume Legros, in arte Saype, realizza i propri eco-graffiti sul suolo con uno scopo preciso: parlare di sostenibilità.

Nominato da Forbes come uno dei 30 giovani più influenti a livello globale, Guillaume Legros, in arte Saype dall’espressione “Say peace”, è un giovane artista che ha fatto della sostenibilità il proprio cavallo di battaglia. Celebre per il suo tentativo di sensibilizzare il pubblico sul problema dell’impatto ambientale, la sua arte si basa principalmente su graffiti e disegni sul terreno dalle dimensioni enormi.

Saype: la storia dell’artista della sostenibilità 

Guillaume Sagros è un artista francese di 30 anni nato a Belfort, in Francia, che attualmente vive in Svizzera, vicino al Lago di Ginevra. Con una passione per l’arte nata già a 14 anni, ha svolto un lungo periodo della sua vita come infermiere, per poi realizzare che l’arte e i graffiti erano il suo obiettivo personale e professionale della vita. Iniziando da ragazzo con una bomboletta nelle strade della sua città, oggi le sue opere sono caratterizzate da acrilici su plexiglas e land art all’esterno e all’interno dei centri abitati.

Inventore di uno stile tutto suo – per l’appunto, la Land Art – si cimenta nel realizzare su prati e terreni delle enormi figure estremamente realistiche, con una filosofia dietro ben precisa. Anche se all’apparenza potrebbe sembrare tutto il contrario di un approccio sostenibile e a basso impatto ambientale, lo fa utilizzando una vernice di gesso, carbone e proteine del latte, completamente ecosostenibile, biodegradabile e autoprodotta.

La filosofia dietro alle opere dello street artist  

L’intento dell’artista è ben chiaro agli occhi dei suoi spettatori: tramite le sue opere, vi è una volontà di ispirare perché anche l’arte può indicare la giusta direzione che il Mondo dovrebbe percorrere. Un concetto di arte che – come poche altre cose – è in grado di rappresentare la realtà ma al tempo stesso riuscire ad anticiparla, fungendo da guida alla società. “Credo davvero che l’arte possa essere parte della soluzione. È un linguaggio universale, uno strumento straordinario per smuovere le coscienze, per parlare al cuore delle persone e sviluppare idee”, ha dichiarato l’artista in un’intervista per Vanity Fair.

Saype vuole attirare l’attenzione, e ha trovato il modo di farlo attraverso un metodo originale, sostenibile e assolutamente efficace. Il grande impatto dell’umanità sull’ecosistema terreste si rispecchia perfettamente nelle sue enormi opere, quasi a testimonianza della sua volontà di volerlo sbattere davanti agli occhi di tutti.

Saype e i suoi enormi dipinti: alcuni esempi 

Uno dei progetti più celebri di Saype è l’opera Beyond Walls, la rappresentazione su prato di quattro mani che si toccano e stringono come espressione di una promessa di aiuto. Iniziativa nata a Parigi, davanti alla Tour Eiffel, nel 2019, ha fatto in seguito il giro del mondo arrivando poi, durante la pandemia, in Italia, e più precisamente nel Parco Archeologico della Porta Palatina di Torino. L’intento rappresentativo è chiaro: valorizzare l’importanza della solidarietà, dell’alleanza e del senso di comunità.

Per parlare, invece, di una delle opere più recenti di quest’anno, è necessario spostarsi dall’altra parte del Mondo, e più precisamente in Oman. L’artista si è infatti cimentato nella rappresentazione di un bambino che accende una lampadina alimentata da pannelli solari. L’opera – “Towards good ideas?” – si estende per 100 metri sia in lunghezza che in larghezza. Il significato, ancora una volta, è inequivocabile: la necessità di cambiare e reinventarsi per ridurre il proprio impatto ambientale, anche attraverso le energie rinnovabili e per garantire un futuro alle generazioni a venire.

Di Elena Parodi

Photocredits: James Kevin

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