Scoperta acqua sull'esopianeta Wasp-39b

Scoperta acqua sull'esopianeta Wasp-39b

La NASA ha comunicato di aver trovato abbondanti tracce di acqua nell'atmosfera infuocata dell'esopianeta di tipo saturniano caldo Wasp-39b

MILANO – Hubble ce l’ha fatta e ha trovato acqua nell’atmosfera infuocata dell’esopianeta Wasp-39b, dove un anno dura solo quattro giorni e la temperatura superficiale arriva a oltre 750 gradi.

Lo ha annunciato nei giorni scorsi la NASA, che ha affidato ad Hubble e altri telescopi orbitanti e terrestri, come Spitzer e il Vlt dell’Eso, la missione di studiare nel dettaglio questo “saturniano caldo” per verificare l’esistenza delle tanto preziose molecole di H2O.

La scoperta

Il merito della scoperta va a un gruppo di ricercatori che ha prodotto lo spettro più completo di un’atmosfera esoplanetaria con gli strumenti attualmente a disposizione.

«Wasp-39b mostra che gli esopianeti sono pieni di sorprese e possono avere composizioni molto diverse da quelle del nostro Sistema solare», ha spiegato David Sing, co-autore dello studio e ricercatore presso l’Università di Exeter, Regno Unito.

Molto simile a Saturno per alcuni aspetti, ma al tempo stesso diverso: Wasp-39b non ha un sistema di anelli attorno a sé, ed è dotato di un’atmosfera priva di nuvole di alta quota.

Questa specifica caratteristica ha permesso a Hubble di “tuffarsi” (virtualmente) nella sua atmosfera studiandone le caratteristiche. Si tratta di un pianeta molto particolare, e dato che non ce ne sono di simili nel Sistema solare, Wasp-39b può fornire nuova linfa allo studio della formazione planetaria.

L’esistenza dell’acqua

Gli esperti avevano previsto da tempo di poter trovare acqua nell’atmosfera di questo “saturniano caldo”, ma la scoperta li ha lasciati ugualmente senza parole.

Poiché il Wasp-39b presenta le tracce di una quantità maggiore di acqua rispetto al nostro Saturno (ben tre volte), i due pianeti vengono da due percorsi formativi differenti.

La quantità di acqua indica che il pianeta si è effettivamente sviluppato lontano dalla stella, dove è stato bombardato da materiale ghiacciato che è penetrato letteralmente nell’atmosfera.

Wasp-39b deve poi aver viaggiato stoicamente verso la sua stella, probabilmente annientando altri oggetti planetari nel suo percorso. Almeno è così che epicamente lo immaginano i ricercatori che hanno partecipato allo studio pubblicato lo scorso dicembre su The Astronomical Journal.

di Salvatore Galeone

14 marzo 2018

credits: fotolia

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