Quali sono le cause degli eventi climatici estremi in Italia?

Quali sono le cause degli eventi climatici estremi in Italia?

Luca Pace, meteorologo di 3B Meteo, ha analizzato le cause degli ultimi eventi alluvionali che si sono registrati in Emilia e in Lombardia, anticipando anche le previsioni per agosto

MILANO - Fornire previsioni meteo che abbiano una affidabilità e una qualità sempre maggiore, oltre a sensibilizzare le persone circa i problemi legati ai cambiamenti climatici. Sono queste le priorità portate avanti da 3B Meteo, il portale italiano di previsioni meteorologiche fondato nel 1999 con sede principale a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. Abbiamo intervistato Luca Pace, meteorologo e responsavile del reparto meteo Marche, par raccotnare l’attività portata avanti da 3B Meteo ed analizzare le cause degli ultimi eventi alluvionali che si sono registrati negli ultimi tempi in Emilia e in Lombardia.

 

A cosa sono dovuti gli eventi alluvionali degli ultimi tempi, come quelli registrati in Emilia e in Lombardia?

L’evento in Emilia è stato di portata eccezionale, un evento estremo per definizione perché l’alluvione è un evento estremo, ma comunque di portata eccezionale, sia per quanto riguarda l’entità dell’evento sia per quanto riguarda l’estensione.

Di fatto ha coinvolto l’Emilia orientale, tutta la Romagna e le alte Marche. Diciamo che negli ultimi decenni si fa fatica a trovare un evento che abbia avuto un’estensione così importante, forse la Tempesta Vaia, per quanto riguarda le Alpi, ma si tratta comunque di un evento diverso.

Le cause che lo hanno provocato sono molteplici, senza dubbio c’è una componente legata alla sfortuna, al fato. In quelle aree, nel giro di 15 giorni abbiamo avuto a che fare con gli effetti di due intense perturbazioni, due vortici depressionari che hanno avuto un’evoluzione molto lenta e che si sono centrati sul Mediterraneo centrale, quindi sull’Italia. Il caso ha voluto che questi due vortici depressionari avessero un’evoluzione, una traiettoria molto simile uno con l’altra e che fossero due perturbazioni molto intense.

È proprio qui che subentra la parte legata ai cambiamenti climatici, in quanto l’aumento delle temperature, soprattutto quelle del mare, fa sì che queste perturbazioni abbiano molta più energia da sfruttare. Quindi le precipitazioni associate a questi peggioramenti sono superiori rispetto a un tempo e c’è il rischio di fenomeni molto più intensi.

 

Perché questi fenomeni sono diventati più frequenti negli ultimi tempi?

Senza dubbio sta aumentando la frequenza di questi eventi estremi negli ultimi decenni. Ci sono due cause: la prima è da ricercare, come detto prima, dal punto di vista climatico. Quindi abbiamo un riscaldamento globale e punti come il Mediterraneo che si stanno riscaldano maggiormente rispetto ad altri. Questo fa sì che quando le perturbazioni arrivano in Italia hanno una quantità di energia maggiore rispetto a un tempo. È molto più probabile che ciò si traduca in precipitazioni più brevi e intense. Queste sono le precipitazioni che mettono a rischio la stabilità del nostro sistema idraulico ed idrogeologico.

Poi, c’è anche un'altra questione: quella della crescente vulnerabilità del territorio italiano. Questo è legato alle azioni dell’uomo che continua a sfruttare il territorio e continua a costruire, anche su aree che sono tradizionalmente a rischio inondazioni (vicino agli alberi fluviali). La probabilità che avvengano fenomeni atmosferici che possano portare a eventi alluvionali è in aumento, e la vulnerabilità è in aumento per colpa di azioni scriteriate dell’uomo.

 

Quali sono le principali cause dei cambiamenti climatici?

La causa principale dei cambiamenti climatici è l’aumento della temperatura media del nostro pianeta, quindi il riscaldamento globale che è stato dimostrato essere legato quasi esclusivamente all’aumento della concertazione di gas serra all’interno dell’atmosfera. Questi sono gas che trattengono l’energia solare in ingresso nel sistema terra, aumentando la temperatura dell’atmosfera, in particolare della troposfera, che è la fascia più vicina alla superfice terrestre.

Andando a osservare l’andamento della concentrazione di CO2 in particolare, ma anche in generale dei gas serra negli ultimi secoli, è ormai ampiamente dimostrato come causa principale di questo sia riconducibile quasi esclusivamente ad attività umane, che possono essere emissioni di CO2 per processi di industrializzazione o allevamenti intensivi. Questo porta ad un aumento della temperatura globale e di conseguenza a vari fattori: in alcune aree si traduce in periodi di siccità sempre maggiori, per esempio in Africa, mentre in altre zone, tipo i poli, abbiamo lo scioglimento dei ghiacci, che potrebbe in futuro (già lo sta facendo) portare a un incremento medio dei livelli dei mari e a un aumento di fenomeni estremi, quali ondate di calore, così come ondate di gelo.

 

Come Responsabile di 3B Meteo, quali azioni mettete in campo per contrastare tale emergenza climatica?

3B Meteo è una realtà che è molto sensibile al tema dell’emergenza climatica. L’obiettivo di 3B Meteo resta quello di fornire previsioni meteo che abbiano una affidabilità, una qualità sempre maggiore, ma non solo. Abbiamo anche l’obiettivo, sentiamo la responsabilità, di comunicare alla nostra utenza, composta da milioni di persone che usano la nostra app e usano il nostro sito. Sentiamo quindi una certa responsabilità di testimoniare quali siano gli effetti di questi cambiamenti climatici. Lo facciamo in vari modi: attraverso articoli specifici, partecipando a eventi che trattino per l’appunto il tema del cambiamento climatico. Lo stiamo facendo anche con un progetto che è partito quest’anno che ha l’obiettivo di testimoniare gli effetti dei cambiamenti climatici nel mondo. Siamo appena tornati dalla prima missione in Groenlandia, dove abbiamo testimoniato gli effetti drammatici che il riscaldamento globale sta portando. Non ci fermeremo qui: sono in programma nuove missioni nei prossimi anni con lo stesso obiettivo. Vogliamo avvicinare le persone comuni e sensibilizzarle a questo tema, che è un tema che non può essere snobbato, dimenticato o visto come qualcosa di secondario.

 

Cosa dobbiamo aspettarci in vista della seconda parte dell’estate?

La prima parte della stagione, in particolare il mese di giugno, ha visto temperature in genere in media o addirittura al di sotto del periodo in un contesto instabile, quindi con piovosità superiori alle medie climatiche. Tuttavia, nel mese di luglio abbiamo vissuto l’altra faccia della stagione estiva, con queste ondate di calore record per molte regioni centro-meridionali, con temperature che hanno superato diffusamente i 40º. Si sono toccate punte anche superiori ai 45º in Sicilia, Sardegna e all’interno della Puglia. La stessa città di Roma ha toccato valori record facendo segnare una massima superiore ai 40º.

Al Nord, invece, la situazione è un po’ diversa: si sono registrate ondate di calore notevoli, ma intervallate da break temporaleschi che sono risultati spesso di forte intensità, accompagnati da grandinate distruttive, come per esempio gli eventi che abbiamo vissuto nelle ultime settimane. Venti tempestosi molto spesso scambiati per trombe d’aria in realtà sono venti lineari che sono però associati a queste celle temporalesche molto forti. Questo avviene perché quando abbiamo infiltrazioni di aria più fresche e umide in quota tutta l’energia che è presente nei bassi strati dell’atmosfera (quindi umidità e temperature molto elevate) si traducono purtroppo in questi eventi temporaleschi che causano danni ingenti, a volte anche a persone.

Per quanto riguarda invece il mese di agosto, ci attendiamo un mese che tendenzialmente dovrebbe essere meno estremo dal punto di vista termico, soprattutto al centro-sud. Avremo occasioni di break temporaleschi non solo al nord, ma anche al centro-sud. Il problema sarà legato all’entità di questi temporali perché ormai sono sempre più diffusi eventi temporaleschi non ordinari, accompagnati da fenomenologia a volte estrema.

 

Se e in che modo possono contribuire i comuni cittadini per mitigare la problematica relativa ai cambiamenti climatici?

È bene specificare come un tema complessissimo come quello dei cambiamenti climatici possa essere affrontato in maniera efficace solo tramite una cooperazione internazionale. Quindi, i grandi e i piccoli del pianeta si devono mettere d’accordo per improntare la crescita e lo sviluppo della nostra società verso una strada che sia sostenibile. Ovviamente, stiamo vedendo come questo sia un processo molto complicato, in quanto bisogna metter d’accordo stati che hanno differenti interessi e che sono in diverse fasi del loro sviluppo.

Detto questo, però, nel nostro piccolo ognuno di noi può mettere in campo degli stili di vita, delle azioni che mirino appunto alla sostenibilità. A partire dalle nostre abitudini alimentari, i mezzi di trasporto che utilizziamo, ma anche semplicemente limitando gli sprechi e favorendo quelle che sono risorse rinnovabili rispetto ai combustibili fossili. Quindi, piccole azioni che ognuno di noi può mettere in campo che hanno un duplice effetto: contribuire a limitare le emissioni nocive e far capire al monod politico ed economico che il tema dei cambiamenti climatici e della sostenibilità sia una priorità per i loro elettori.

Di Salvatore Galeone

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