MILANO - Architetta di formazione, Giorgia Palmirani ha dato una nuova forma alla sua creatività fondando nel 2010 il brand SAISEI, dedicato alla creazione di borse con materiali di recupero. Ma è solo grazie allo studio dell’economia circolare tra Londra e Cambridge che ha acquisito piena consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale dell’industria della moda.
Da qui nasce “Vesto Responsabile”, un progetto di divulgazione su Instagram che coniuga leggerezza e contenuti autentici per sensibilizzare le persone a scegliere con più consapevolezza. In questa intervista, Palmirani racconta come valorizzare i capi che possediamo, scegliere materiali e brand più virtuosi e pensare in ottica circolare possa davvero fare la differenza per ridurre l’uso di acqua, energia e risorse. Una moda che non segue solo le tendenze, ma coltiva rispetto per le persone e per il pianeta.
Partiamo da te, Giorgia: ci racconti chi sei, qual è il tuo percorso e di cosa ti occupi oggi nel mondo della moda sostenibile?
Mi chiamo Giorgia, nasco come architetto, ma nel 2010 ho deciso di seguire un’altra strada e ho fondato un mio brand di accessori, principalmente borse, che si chiama SAISEI – una parola giapponese che significa ‘rinascita’ e ‘recupero’. I miei pezzi erano realizzati con materiali di recupero, come vecchie canape o tessuti fatti a mano, quelli usati un tempo per i corredi.
Poi, intorno al 2017-2018, ho sentito l’esigenza di capire più a fondo che cosa significasse davvero sostenibilità. Ho frequentato un corso a Londra e alla Cambridge University sull’economia circolare, perché volevo avere strumenti concreti per distinguere tra greenwashing e reale sostenibilità.
È stato lì che ho scoperto il lato nascosto dell’industria della moda: un sistema estremamente impattante sull’ambiente, ma soprattutto fondato sullo sfruttamento – in particolare delle donne che lavorano in condizioni spesso inaccettabili, dall’altra parte del mondo. Un aspetto di cui si parlava pochissimo, perché la moda da questa parte del mondo era vista solo come qualcosa di patinato, effimero, da passerella
“Vesto Responsabile” è un progetto che unisce comunicazione e consapevolezza: com’è nato e quali sono i valori e i messaggi che vuoi trasmettere attraverso questo spazio?
Circa quattro anni fa, ho iniziato a raccontare su Instagram il lato nascosto della moda, Non sapevo dove mi avrebbe portato, ma ho scoperto che c’è un grandissimo interesse: le persone vogliono capire, vogliono scegliere in modo più consapevole.
E quello che cerco di fare oggi è proprio questo: raccontare la moda sostenibile con un tono leggero, ma con contenuti veri, per aiutare chi mi segue a guardare un po’ più in profondità.
Il legame tra moda e risorse naturali, come l’acqua, è sempre più al centro dell’attenzione: quali buone pratiche o scelte consapevoli possiamo adottare, nel quotidiano, per valorizzare capi e materiali in un’ottica più sostenibile?
Il legame tra moda e risorse naturali, come l’acqua, è fortissimo ma spesso invisibile.
E allora cosa possiamo fare, concretamente, nel nostro quotidiano?
1) Valorizzare ciò che abbiamo
Allungare la vita dei nostri capi è uno dei gesti più sostenibili. Significa prendersene cura, lavarli solo quando serve, ripararli se si rompono, e magari dar loro una seconda vita.
2) Acquistare meno, ma meglio
Scegliere materiali di qualità, magari naturali, rigenerati e certificati. E preferire brand che si impegnano davvero in un uso responsabile delle risorse.
3) Pensare circolare
Scambiare, vendere, comprare second hand, personalizzare, trasformare. Ogni volta che un capo resta in uso, si risparmiano acqua, energia e risorse.
Rallentare, scegliere con più consapevolezza, e dare valore a ciò che già possediamo fa davvero la differenza.
Di Martina Invernizzi