Marco Sachet, consumatori e aziende consapevoli del valore degli imballaggi

Marco Sachet, consumatori e aziende consapevoli del valore degli imballaggi

Marco Sachet, direttore dell'Istituto Italiano Imballaggio, spiega il valore economico e occupazione del mercato degli imballaggi in Italia e sottolinea come, anche i consumatori, sono consapevoli dell'importanza di questi materiali in relazione alla sicurezza alimentare e al rispetto dell'ambiente...

Intervista al direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio

MILANO – Circa 28 miliardi di fatturato, oltre 100mila occupati, più di 7mila aziende interessate. Questi sono alcuni numeri sul mercato degli imballaggi in Italia secondo Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio. Numeri importanti che spiegano il valore nel nostro Paese di questi materiali, nei confronti dei quali anche i consumatori si pongono con una certa consapevolezza sulla loro importanza in termini di sicurezza alimentare, riciclo e sostenibilità ambientale.

In termini di fatturato e occupazione quanto vale in Italia il mercato degli imballaggi?

Secondo le valutazioni dell’ufficio studi dell’Istituto Italiano Imballaggio il fatturato aggregato del settore imballaggio in Italia nel 2011 ha segnato un consolidato di circa 28.579 milioni di euro con un’occupazione stimata di circa 105.750 addetti, distribuiti in circa 7.246 aziende. Sotto il profilo del fatturato il nostro Paese rappresenta il 6% della produzione mondiale, collocandosi tra i dieci paesi maggiori produttori di packaging al mondo (fonte Imballaggio in Cifre 2012).Uno sguardo al primo preconsuntivo dell’anno appena concluso, mette in evidenza un 2012 in recessione anche per il comparto imballaggio, con un fatturato che si prevede in crescita solo del 5/7% rispetto al 2011. Questa previsione è stata ricavata dall’analisi  dei trend di tre indicatori, quali:

  • le principali componenti di costo dell’Industria manifatturiera del 2012 rispetto al 2011,
  • il rapporto domanda /offerta nel corso del 2012
  • il tasso di inflazione.

Ecco in dettaglio le  componenti di costo nel 2012

  • costo globale della produzione: +2,1% (+4,5% materie prime, +1,2% servizi e +1,3% mano d’opera) che nel 2011 era aumentato del 4,6% (fonte Prometeia)

Il vostro Istituto ha ideato l’“Oscar dell’Imballaggio”. Quali sono le finalità che si propone e quanto avete raccolto in termini di sensibilizzazione nei confronti delle aziende?

L’Oscar dell’imballaggio nasce come concorso sull’innovazione tecnica e quindi anche come vetrina per le aziende, ma rappresenta, d’altra parte, lo specchio del cambiamento e dell’evoluzione della nostra società. L’innovazione nel campo del packaging tende, infatti, a seguire i nuovi modelli di famiglia e l’evolversi degli stili di vita, proponendo nel tempo servizi e funzioni adatte alle esigenze del consumatore. Quindi la manifestazione oggi rappresenta sicuramente uno strumento riconosciuto di promozione del packaging, delle sue funzioni e del suo valore intrinseco.

Qual è la percezione dei consumatori nei confronti dell’imballaggio? Sanno che ne esistono di diversi e con qualità e caratteristiche differenti?

I consumatori sono più attenti e consapevoli di quanto ci si potrebbe aspettare su questo tema. Nel 2011 abbiamo realizzato uno specifico studio con Renato Mannheimer, per misurare l’opinione dei consumatori italiani nei confronti del packaging. In breve, i risultati hanno evidenziato una consapevolezza dell’utilità dell’imballaggio e una chiara visione delle funzioni che svolge, relativamente alla sicurezza e all’igiene, soprattutto nel campo alimentare. Particolarmente cari agli intervistati si sono rivelati i temi relativi all’ambiente e alla riciclabilità del packaging. I consumatori infatti richiedono packaging il più possibile semplici, relativamente alla composizione dei materiali, eco compatibili, riciclabili, ma sono attenti anche al servizio offerto, come i sistemi che garantiscono apertura facilitata o richiusura dei contenitori.

Parlando di sicurezza e qualità, qual è il ruolo che svolgono gli imballaggi nei confronti degli alimenti?

L’imballaggio protegge e preserva i prodotti alimentari nel tempo e nello spazio. La prima funzione consiste nell’evitare che l’alimento possa contaminarsi rimanendo a contatto con l’ambiente esterno, appunto senza una protezione. L’imballaggio è perciò una garanzia di igienicità e anche una barriera a possibili contaminanti pericolosi per la salute del consumatore. Grazie agli imballaggi e ad altre tecnologie di trasformazione e conservazione, i cibi prodotti raggiungono il consumatore, ovunque egli sia, in ottimo stato e nel 90% dei casi. Nei Paesi in cui gli imballaggi per alimenti sono tecnologicamente avanzati si evita perciò la perdita di cibi che purtroppo in altre realtà può superare il 40%.   

In che modo le aziende possono ridurre il loro impatto sull’ambiente nella produzione degli imballaggi mantenendo alti standard di rendimento degli stessi?

Come tutte le aziende attente all’ambiente, anche le aziende produttrici di imballaggio adottano ogni metodologia disponibile per ridurre l’impatto dei processi produttivi. Ma è importante sottolineare che l’imballaggio in se è sottoposto a una legislazione europea. Essa ha stabilito i requisiti che le aziende utilizzatrici e produttrici di imballaggi devono verificare per ogni soluzione immessa in commercio. Il primo requisito, denominato di prevenzione alla fonte, richiede che gli imballaggi siano i più leggeri e i meno voluminosi possibile in relazione alle funzioni che devono svolgere. Quando è utile e ambientalmente vantaggioso, gli imballaggi dovrebbero essere anche riutilizzabili. Per rispettare questo secondo requisito dovrebbero quindi svolgere numerose volte la funzione per la quale sono stati progettati. Infine, quando avranno svolto la loro funzione dovranno essere ancora una risorsa. Di conseguenza, il terzo requisito è quello della recuperabilità. L’imballaggio post consumo dovrà andare sempre meno in discarica e per contro dovrà sempre più essere realizzato in modo che il materiale di cui è composto possa essere riciclato o bruciato con recupero di energia o diventare compost utile all’agricoltura. Nonostante l’imballaggio sia sottoposto a queste regole, si deve ricordare che nell’insieme prodotto alimentare/suo imballaggio il primo ha un impatto ambientale quattro volte superiore al secondo.   

aggiornato il 6 marzo 2013