Per gli italiani la sostenibilità è solo ambientale

Per gli italiani la sostenibilità è solo ambientale

L’indagine di Esg Culture Lab conferma la percezione di fiducia nella trasformazione sostenibile, ma anche la poca consapevolezza sugli aspetti sociali

MILANO - Le persone sono orientate verso gli obiettivi di sostenibilità, ma nutrono poca fiducia verso le istituzioni e percepiscono il futuro in modo incerto. E’ ciò che emerge dalla ricerca 2023 La Cultura della sostenibilità in Italia”, realizzato da Esg Culture Lab, l’osservatorio sul capitale umano lanciato da Eikon strategic consultating Italia in collaborazione con il gruppo Adnkronos. L’indagine ha coinvolto un campione rappresentativo di 1600 persone tra i 15 e i 64 anni.

Italiani e sostenibilità

La quasi totalità delle persone intervistate (97%) sostiene di conoscere la sostenibilità, ma poco più della metà ha sentito parlare dell’Agenda 2023 e solo 1 su 4 di ESG; la conoscenza dell’Agenda 2030 è più diffusa tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni: il 69%, rispetto a una media del 59%, ne ha sentito parlare. Tra tutte le persone intervistate, quasi il 60% conosce l’Agenda grazie alla televisione o alla radio. Altre fonti di informazione sui temi della sostenibilità sono i social media e i giornali.

Le parole associate spontaneamente alla sostenibilità si riferiscono solo all’ambiente e ruotano intorno a riciclo e energia. I termini relativi alla sostenibilità sociale emergono solo se stimolate e si riferiscono prevalentemente ai temi dell’inclusione, dell’equità e della collaborazione.

Le persone si percepiscono meno coinvolte rispetto agli obiettivi sociali e attribuiscono a organizzazioni e istituzioni i giudizi meno positivi su questi aspetti.

La percezione del futuro

Per quanto riguarda la percezione del futuro, il 36% delle persone ha un atteggiamento proattivo e ritiene che il “futuro non si prevede, ma si costruisce”, il 15% lo ritiene un progetto collettivo, e il 14% ha una visione pessimista e fatalista. All’impegno per costruire un futuro sostenibile, si affianca la consapevolezza della situazione difficile e incerta che il mondo sta affrontando.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Il livello di coinvolgimento maggiore (80%) riguarda la sfera personale, in relazione a consumo responsabile e samtimento dei rifiuti (Obiettivo 12). Il dato di minore coinvolgimento (63%) si riferisce alla capacità di prendersi cura di sé (Obiettivo 3).

Il giudizio più critico (60%) viene attribuito alle istituzioni rispetto al tema dell’occupazione giovanile (Obiettivo 8) che non sembra essere una priorità per i decisori. In positivo (64%) le istituzioni emergono per la presenza di un leader donna, considerata un passo importante verso la parità di genere (Obiettivo 5).

Per le organizzazioni in cui si lavora, la valutazione più positiva (66%) riguarda la capacità di gestire i rifiuti (Obiettivo 12), mentre i giudizi più negativi (47%) si riferiscono alle fonti di energia (Obiettivo 7) e al work-life balance (Obiettivo 8).

Per quanto riguarda il coinvolgimento professionale, il punto di forza (76%) è relativo al tema del consumo e produzione responsabili (Obiettivo 12), mentre il punto di debolezza (51%) riguarda la difficoltà di contribuire alla parità di genere (Obiettivo 5).

Di Salvatore Galeone

READ MORE