Galàpagos: scoperta una barriera corallina incontaminata

Galàpagos: scoperta una barriera corallina incontaminata

Un team di scienziati e ricercatori ha recentemente scoperto una barriera corallina sconosciuta nella riserva marina delle Galàpagos

MILANO - La recente scoperta da parte di un team di scienziati e ricercatori di una barriera corallina incontaminata nella Riserva Marina delle Galàpagos, situata a 600 metri di profondità, ha suscitato gioia e speranza nel percorso intrapreso per la salvaguardia del Pianeta, oltre che un senso di soddisfazione per l'efficacia delle azioni di conservazione e gestione messe in atto negli ultimi anni. Ma qual è la particolarità di questa barriera corallina e perché è quindi così importante per l'ecosistema?

L’importanza della scoperta della nuova barriera corallina 

L’immersione di un sommergibile di ricercatori a 600 metri di profondità ha portato alla scoperta di una barriera corallina sulla cima di una montagna sottomarina ricca di vita e di speranza.

I due scienziati a bordo del sommergibile HOV Alvin usato per la spedizione hanno avuto la sorpresa di trovare davanti ai propri occhi un ecosistema acquatico caratterizzato da diverse forme di vita, quali ad esempio aragoste, squali, razze, polpi e pesci pipistrello. Grazie a sistemi di campionamento all’avanguardia e sistemi di immagini fisse e video 4K ad altissima definizione, l’HOV Alvin ha dato un contributo fondamentale alla scienza, fornendole una prova concreta che consente di monitorare nel tempo come gli habitat si evolvono con la crisi climatica in atto.

Stuart Banks, uno dei passeggeri del sommergibile, ha infatti dichiarato che, grazie alla recente scoperta nelle Galàpagos, sarà possibile “riscostruire gli ambienti oceanici del passato per comprendere i moderni cambiamenti climatici”. L’obiettivo, ancora una volta, è la protezione e salvaguardia degli oceani, anche e soprattutto in riferimento alla Global Ocean Alliance 30x30, che si prefigge di proteggere il 30% degli oceani entro la fine del decennio.

Il fragile rapporto tra coralli, ecosistema e cambiamenti climatici  

L’aver trovato e scoperto forme di vita sane su una barriera corallina è un segno positivo e di speranza per gli scienziati e per il pianeta Terra per un motivo ben preciso: è la testimonianza del fatto che le barriere coralline possono ancora prosperare in un contesto in cui le alte temperature e il processo di acidificazione degli oceani mettono a rischio i coralli.

Fonti di inestimabile ricchezza vitale, si stima che possano arrivare ad ospitare più specie per unità di superficie rispetto a qualsiasi altro ambiente marino, considerando anche circa 4.000 specie di pesci e 800 specie di coralli duri.

Oltre che dal punto di vista della biodiversità, il valore di questi ecosistemi sommersi si declina anche a livello economico e sociale. Le barriere coralline incontaminate rappresentano la base per l’attività umana di diversi luoghi, in termini sia di turismo che di pesca commerciale. Ma non solo: grazie alla loro posizione e struttura, svolgono una funzione di protezione delle coste, assorbendo il 97% di onde, tempeste e inondazioni, contribuendo a ridurre l’impatto di questi eventi potenzialmente dannosi per l’uomo e le sue attività.

Di Elena Parodi

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