Climate Pledge, cos’è il piano di Amazon per l’ambiente

Climate Pledge, cos’è il piano di Amazon per l’ambiente

Scopriamo il programma di sostenibilità con cui il colosso dell’e-commerce mira a raggiungere le emissioni zero entro il 2040

MILANO – Anche Amazon, l’azienda leader nel settore dell’e-commerce, ha realizzato un piano che mette al centro la sostenibilità ambientale nello svolgimento della propria attività. Nel 2019, Amazon ha infatti co-fondato il Climate Pledge, un programma che prevede il raggiungimento di zero emissioni nette di CO2 entro il 2040.

Climate Pledge: il programma d’azione

Oltre al raggiumento di zero emissioni entro il 2040, il piano prevede di alimentare tutte le attività di Amazon con il 100% di energia rinnovabile entro il 2025. Riguardo le spedizioni, ci sono altri due punti nel programma da raggiungere entro il 2030: lo shipment zero, cioè portare il 50% di tutte le spedizioni a zero emissioni nette di CO2 e l’impiego di 100.000 veicoli elettrici personalizzati per le consegne. All’interno del Climate Pledge, sono stati istituiti anche due diversi fondi: il Climate Pledge Fund di 2 miliardi di dollari da investire in sostegno allo sviluppo di tecnologie e servizi che favoriscano la decarbonizzazione e il Right Now Climate Fund, 100 milioni di dollari destinati a progetti di riforestazione e soluzioni basate sulla natura per la mitigazione del clima.

Leggi anche Come ridurre le emissioni di anidride carbonica

Bezos Earth Fund

Accanto al Climate Pledge, il fondatore di Amazon, Jess Bezos, ha avviato un altro programma a sostegno dell’ambiente: il Bezos Earth Fund. Il fondo, in cui sono stati stanziati 10 miliardi di dollari, ha come scopo quello di finanziare il lavoro di attivisti, scienziati e organizzazioni non governative che lottano ogni giorno per la difesa dell’ambiente.

Acquisti online sostenibili

Se da un lato colossi come Amazon attivano fondi per l’ambiente e prevedono di abbassare le emissioni di CO2, dall’altro anche gli acquirenti del mercato e-commerce possono fare qualcosa per contribuire alla causa.

Anzitutto, è consigliabile fare ordini di gruppo, ovvero ordini che comprendano merci per più persone di una stessa famiglia o gruppo di amici, così da riceverle tutte in un unico pacco. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di scegliere prodotti provenienti dallo stesso venditore, ottenendo così un imballaggio unico per il proprio ordine.

Per quanto riguarda la logistica, è consigliabile evitare che i corrieri cerchino di consegnare lo stesso pacco più di una volta: per ovviare a ciò, nel caso in cui fosse assente il servizio di portineria, i pacchi possono essere consegnati sul luogo di lavoro o da un vicino di casa. In alternativa, Amazon offre il servizio Hub, la possibilità di ritirare il proprio pacco presso dei chioschi self-service (i Locker) o presso i punti vendita che aderiscono all’iniziativa.

Bisognerebbe, inoltre, limitare di fare troppi resi. Infine, scontato a dirsi, i pacchi ricevuti vanno sempre differenziati in base alle regole del proprio Comune.

Manuela Fichera

READ MORE