CONAI, la prevenzione in quattro mosse

CONAI, la prevenzione in quattro mosse

Per aumentare la prevenzione nell'impatto ambientale del comparto dell'imballaggio Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, ha studiato quattro mosse vincenti: innovazione aperta (open innovation), LCA (Life cycle assessment), piattaforme web-based e collaborazione tra soggetti pubblici, imprese e società civile...

La sostenibilità passa dall’innovazione e dalla collaborazione tra soggetti pubblici, privati e società civile

MILANO – La prevenzione alla base di tutto. Tenendo d’occhio l’importanza dell’aspetto preventivo nel contenimento dell’impatto ambientale nella filiera dell’imballaggio, CONAI ha presentato, nel corso dell’ultima edizione Ipack Ima, una ricerca su innovazione e sviluppo di modelli di produzione e consumo compatibili con l’ambiente. Lo studio è stato commissionato al Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore dell’Università Bocconi (CReSV) e ha analizzato lo stato dell’arte nel campo della prevenzione, a livello internazionale, con un focus specifico sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Il lavoro ha riguardato 11 Paesi e 20 imprese e i suoi risultati forniscono una mappatura in grado di delineare le principali caratteristiche delle strategie di prevenzione che si stanno affermando su scala globale.

IL CONTESTO - Così come per molti altri indicatori di qualità ambientale, anche nel caso della produzione dei rifiuti urbani, nel corso dell’ultimo decenniosi sono registrati trend crescenti e, pertanto, nel lungo periodo non sostenibili. Molti Paesi hanno ampiamente superato gli obiettivi di riciclo e recupero fissati dalla Direttiva 94/62/EC (e dalle norme seguenti in materia), attivando percorsi di raccolta virtuosi sul fronte del packaging waste. L’Italia, ad esempio, ha registrato in questi anni brillanti risultati, ben oltre le richieste europee in un quadro di elevata efficienza economica. Tuttavia, la necessità di intervenire a monte per rompere il legame tra crescita economica e impatto sull’ambiente – in termini di consumi e quantità di rifiuti prodotti - appare sempre più urgente.

DOMANDA DI SOSTENIBILITA’ - La domanda di sostenibilità è in crescita sia da parte del mercato sia da parte dei cittadini – osserva il professor Antonio Tencati del CReSV Bocconi, che ha illustrato la ricerca – Caratteristiche come l’open innovation, intesa come coinvolgimento di tutti gli attori della supply chain (dai fornitori di raw materials fino ai consumatori), LCA (Life cycle assessment) per l’individuazione delle soluzioni più appropriate, piattaforme web-based per lo scambio di informazioni in tempo reale e collaborative governance, come elemento imprescindibile di strategie che includano tutti i soggetti coinvolti, si stanno facendo strada nelle politiche di prevenzione cosiddette “emergenti”. Per questo – aggiunge Tencati – la prevenzione e l’innovazione vanno introdotte come paradigmi del sistema e gli attori della filiera debbono lavorare insieme in modo integrato”.

COLLABORAZIONE E’ SVILUPPO - I risultati della ricerca confermano che le più avanzate politiche per la sostenibilità derivano da forme di collaborazione. “In realtà, - ha affermato Roberto De Santis, Presidente di CONAI - sin dalla sua istituzione CONAI si è caratterizzato per una piena implementazione di questa prospettiva. I risultati d’eccellenza a livello europeo, conseguiti nel riciclo e recupero dei rifiuti d’imballaggio, sono il frutto della collaborazione tra imprese, soggetti pubblici (i Comuni) e società civile (i cittadini, che determinano il successo della raccolta differenziata). E lo stesso impegno sul fronte della prevenzione, che, sin dall’inizio, è strutturale nell’azione di CONAI, nasce da un confronto costante con le imprese e le richieste provenienti dal mercato e dai cittadini/consumatori”.

CONCLUSIONI - Dallo studio svolto, emerge ampiamente che prevenzione, innovazione e sostenibilità sono i driver che caratterizzano le politiche gestionali più avanzate: in questo quadro, è possibile identificare le caratteristiche irrinunciabili delle politiche di prevenzione «emergenti». In sintesi, la prevenzione è:

Open innovation Solo attraverso un coinvolgimento ampio degli attori lungo la supply chain (dai fornitori di raw materials sino ai clienti finali/consumatori) è possibile promuovere azioni incisive di miglioramento, anche radicale;

LCA In forme più o meno semplificate, la LCA (Life cycle assessment)per la sua visione sistemica, fornisce alla prevenzione il necessario strumento conoscitivo per individuare e far avanzare le soluzioni più appropriate;

Web-based I production network ormai globali, la necessità di modalità di lavoro e di confronto just in time, la stessa pressione temporale esercitata dai mercati e dalla società richiedono l’utilizzo della rete per condividere tools e knowledge;

Collaborazione Tutti gli elementi precedenti sottendono meccanismi collaborativi. La sostenibilità non può essere raggiunta attraverso iniziative puntuali, isolate, non coordinate. Le politiche di prevenzione più efficaci, a livello di Paesi e imprese, sono il frutto di interazioni estese ed intense, visioni strategiche condivise, strumenti e metriche comuni.

La “partita” del waste management va affrontata non solo con interventi di carattere difensivo, che «rincorrono» il problema della continua generazione di rifiuti, ma anche e soprattutto puntando alla diffusione di modelli di produzione e consumo compatibili con l’ambiente e alla introduzione di avanzati sistemi di progettazione e di gestione delle risorse secondo una prospettiva from cradle to cradle.

aggiornato il 25 luglio 2013