Biodiversità: Europa leader nel mondo nella ricerca

Biodiversità: Europa leader nel mondo nella ricerca

Lo studio dell’editore scientifico Elsevier ha analizzato le diverse pubblicazioni sul tema a livello mondiale. Italia prima negli investimenti.

MILANO - Oltre 142mila pubblicazioni scientifiche globali dal 2017 al 2022, di cui quasi 60mila realizzate in Europa, che si pone quindi come leader nella ricerca scientifica in materia di biodiversità. A rivelarlo, in occasione della Giornata mondiale sulla biodiversità del 22 maggio, uno studio dell’editore scientifico internazionale Elsevier che ha raccolto e valutato le diverse pubblicazioni sul tema a livello mondiale.

Il primato europeo 

Secondo i dati Elsevier, si è passati da meno di 15mila pubblicazioni sul tema nel 2012 a quasi 30mila pubblicazioni scientifiche nel 2021. A dominare la ricerca negli ultimi cinque anni è la Ue (41%), seguita dagli Usa (21%), dalla Cina e dall'America Latina (entrambe al 16%) e dall'Africa (7%).

Gli istituti di ricerca più attivi 

Sul podio delle istituzioni governative più prolifiche a livello mondiale troviamo la Chinese Academy of Science, il Cnrs (il Centro nazionale della ricerca scientifica francese) e il Csic (il Consiglio superiore per la ricerca scientifica spagnolo). Tra i primi 10 posti, 3 sono occupati da istituti francesi. Al 9/o posto, il Cnr italiano. Nel podio delle università c'è la University of Chinese Academy of Sciences, seguita dall'università di Montpellier e da quella di San Paolo in Brasile.

La ricerca sulla biodiversità in Italia 

L'Italia è prima in Europa sul fronte degli investimenti per la salvaguardia della biodiversità, con oltre 1,7 miliardi di euro, ma la ricerca scientifica in materia nel nostro Paese mostra l'Italia in 5/a posizione in Europa, dietro UK, Germania, Francia e Spagna. C'è stata però una crescita di anno in anno in Italia più alta della media.

Tra le università italiane più prolifiche nella ricerca sulla biodiversità ci sono La Sapienza, seguita dall'università di Firenze e poi quella di Bologna. A seguire troviamo l'università di Torino e di Milano. Per quanto riguarda le istituzioni, al primo posto c'è il Cnr, seguito dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Un laboratorio a cielo aperto per la biodiversità 

La ricerca in Italia per la tutela della biodiversità passa anche dagli investimenti di aziende private in progetti dedicati alla salvaguardia della natura e dei servizi ecosistemici; il Gruppo Sanpellegrino, con il supporto di Federparchi e della Scuola Sant’Anna di Pisa, ha avviato il progetto “La Fonte della biodiversità di Acqua Panna”, un’iniziativa in linea con il Goal 15 dell’agenda 2030 dell’Onu con l’obiettivo di tutelare la tenuta di 1.300 ettari a Scarperia, nel Mugello, divenuta un laboratorio “a cielo aperto” sulla biodiversità. Per il mantenimento e lo sviluppo dell’equilibrio naturale dell’area, è stato scelto di implementare una  serie di iniziative per salvaguardare gli impollinatori, a partire dal lancio del progetto “Good Bee”, nato dalla consapevolezza del ruolo vitale che questi insetti svolgono per garantire il rigenerarsi delle piante e delle minacce a cui sono costantemente sottoposti.

Di Salvatore Galeone

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