Salinità degli oceani: da cosa deriva e perché è importante?

Salinità degli oceani: da cosa deriva e perché è importante?

Scopriamo da che cosa dipende il livello di salinità del mare e degli oceani e quali conseguenze ha sull’ecosistema e sulla salute umana

MILANO – Che l’acqua del mare e degli oceani sia salata è un dato di fatto, ma quali sono le ragioni alla base di questa sua specifica caratteristica? Perché alcuni sono più salati di altri? I cambiamenti climatici hanno conseguenze sui livelli di salinità? Quale importanza ha il sale per gli ecosistemi marini? E per la salute? Scopriamolo in questo articolo.

Perché l’acqua è salata?

Con una copertura di circa il 70% della superficie terrestre, gli oceani presentano una caratteristica distintiva: un alto livello di salinità. E ancora: il 97% di tutta l’acqua presente sulla Terra è salata. Ma da cosa dipende questo aspetto? Quasi paradossalmente, parte tutto dall’acqua piovana. La presenza di anidride carbonica nell’acqua, infatti, rende quest’ultima particolarmente acida. Tale acidità ha il potere di erodere e distruggere chimicamente la roccia, trasportando così nei corsi d’acqua sali e minerali sotto forma di ioni. Se alcuni ioni vengono utilizzati dagli organismi, altri rimangono nelle acque per un tempo più prolungato – e quasi il 90% di questi ioni è composto da cloruro e sodio, arrivando a rappresentare circa il 3,5% del peso dell’acqua del mare. Con il passare del tempo, poi, l’acqua di mare evapora lasciando sempre più spazio ai sali minerali.

Attività antropiche, livelli di salinità ed ecosistemi

Una delle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma di cui poco si parla, sono proprio le alterazioni dei livelli di salinità di mari e oceani provocate, tra gli altri, anche dalle attività umane. La ricerca “Human-induced salinity changes impact marine organisms and ecosystems”, pubblicata sulla rivista Global Change Biology, si è posta proprio questo obiettivo: approfondire gli effetti dei cambiamenti prodotti dalle attività antropiche nel livello di salinità sugli ecosistemi.

Secondo i ricercatori, i maggiori impatti sembrerebbero colpire soprattutto gli ecosistemi costieri ed estuari: gli organismi e i microorganismi che vivono questi luoghi basano, infatti, i propri processi metabolici – così come le proprietà fisiche e chimiche - sulla salinità, con un effetto e una conseguenza sul proprio metabolismo, sulla crescita e sulla riproduzione. Il rapporto tra uomo sale ed ecosistemi è quindi chiaro: se le attività umane influenzano le precipitazioni e i cambiamenti climatici, necessariamente ci saranno ricadute anche sul livello di salinità, e quindi sugli organismi.

Tra mari e oceani: dove c’è maggiore salinità?

Come nel caso della pressione, anche gli oceani possono presentare valori di alta o bassa salinità a seconda della posizione. Anche se, tra tutti, l’Oceano Atlantico sembra essere il più salato, la presenza di ioni nell’acqua diminuisce nelle zone in prossimità dei Poli e dell’Equatore, per motivi leggermente diversi. Se vicino all’Equatore, infatti, la grande quantità di acqua piovana – e quindi di acqua dolce – permette un continuo ricambio, riducendo anche il ciclo dell’evaporazione, lo stesso discorso vale per l’acqua dolce proveniente dallo scioglimento dei ghiacci ai Poli.

Quindi, quando l’evaporazione è massima e non c’è ricambio, i livelli di salinità aumentano. Ed è esattamente per questo motivo che il Mar Morto risulta così salato – circa dieci volte l’acqua oceanica media – tanto da rendere impossibile l’affondamento. Ma il Mar Morto è in realtà un bacino endoreico, motivo per cui il primato per la salinità viene assegnato al Mar Rosso, con livelli attorno ai 42-46 grammi per litro.

Acqua salata: i benefici per la salute

La presenza di sale nei mari e negli oceani ha numerosi benefici per gli ecosistemi marini, ma anche per la salute umana, a livello sia mentale che fisico. Se da un lato, infatti, i sali minerali e lo iodo hanno la capacità di aiutare a liberare le vie respiratorie, così come il magnesio – sempre presente – aiuta a ridurre la ruvidità e a purificare la pelle, dall’altro lato praticare attività in acqua genera benefici sullo stato d’animo grazie alla secrezione di serotonina ed endorfine provocata dagli ioni negativi generati dalle onde.

Di Elena Parodi

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