Lo spreco d’acqua si combatte anche con i satelliti

Lo spreco d’acqua si combatte anche con i satelliti

Per fermare il consumo d’acqua delle falde acquifere in California, le autorità ricorrono alle tecnologie utilizzate durante la guerra fredda: le foto satellitari

MILANO - Cosa succede in un territorio se aumentano le aziende che utilizzano la risorsa acqua per le loro attività agricole? È il problema che sta vivendo negli ultimi anni la California, dove le autorità stanno cercando di porre fine al prosciugamento costante delle falde acquifere il cui livello, in alcune aree, oggi è sceso di diverse decine di metri.

La risposta è in cielo

Se fino ad ora i legislatori non si erano mai posti il problema, oggi il terzo stato per estensione degli USA sta correndo ai ripari cercando di calcolare in maniera sempre più precisa la quantità di acqua di cui ha bisogno ciascun agricoltore californiano. E così un pool di esperti composto da politici, scienziati e aziende private sta mettendo a punto una tecnica che si basa sull’uso delle immagini dei satelliti in orbita insieme a una serie di controlli a terra. I primi ad approcciarsi a questo tipo di calcoli sono stati i ricercatori della California Polytechnic State University che avevano già iniziato a sviluppare una tecnica per stimare la quantità di acqua utilizzata dalle diverse colture agricole basandosi sulle immagini registrate dai satelliti della NASA.

Ogni raccolto ha una sua impronta digitale

A rendere più precisi i calcoli è stata Land IQ, azienda che utilizza la stessa tecnica, integrata con stazioni a terra, per raccogliere dati sull'uso dell'acqua campo per campo. La tecnica prevede diversi passaggi. Il primo è capire quali colture stanno crescendo su ogni campo: le immagini satellitari, aggiornate quasi ogni settimana, contengono diversi indizi come l'ombra del verde, la spaziatura della vegetazione o il colore del fogliame. Combinando tra loro questi indizi si crea un'impronta digitale per ogni raccolto, dalle noci all'erba medica fino ai pomodori.

L’evotraspirazione come base dei calcoli

Ogni coltura, in un punto particolare del suo ciclo di vita e a seconda delle condizioni meteorologiche locali, assorbe una certa quantità di acqua e ne rilascia altra attraverso le foglie. Per questo Land IQ ha installato centinaia di stazioni di monitoraggio per tenere traccia di diverse variabili come la velocità del vento, il calore e l'umidità. Mettendo insieme qesti dati, l'azienda calcola la quantità di "evapotraspirazione" - la quantità di acqua che evapora dal suolo insieme a quella che le piante rilasciano nell’aria. E questa dunque la base utilizzata per stimare l’acqua di cui ha bisogno ogni coltura ed è quella che è utilizzata dalla nuova legge sulla gestione delle acque sotterranee per fissare dei limiti legali al consumo.

Dalla California a molti altri stati USA

Questa tecnica, seppur basata su stime che alcuni potrebbero contestare, sta diventando sempre più popolare. Nelle ultime settimane infatti, un gruppo di scienziati, la NASA e alcuni gruppi ambientalisti come l'Environmental Defense Fund ha anninaciato di voler lanciare una nuova versione del monitoraggio satellitare, OpenET dove ET è l’acronimo di evapotraspirazione. Obiettivo di questa piattaforma è quello di stimare l'uso dell'acqua nelle aree agricole di gran parte degli Stati Uniti occidentali e di metterlo a disposizione sul web per chiunque e, magari, come successo in California, utilizzarlo come base per fissare nuovi limiti legali.

Di Rossella Digiacomo

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