“Se l’acqua ride”, l’avventura al tramonto di un mondo che corre sull’acqua osservato dagli occhi di un bambino - In a Bottle

“Se l’acqua ride”, un mondo che corre sull’acqua visto da un bambino

Il volume, edito da Einaudi, sarà disponibile a partire dai primi giorni di aprile. Al centro l’avventura al tramonto di un mondo che corre sull’acqua osservato dagli occhi di un bambino

MILANO – Un libro pieno di grazia, una storia di grandi cambiamenti ed il sogno di un bambino che non vede l’ora di crescere e diventare grande. “Se l’acqua ride”, il nuovo libro di Paolo Malaguti, racconta tutto questo, ma anche gli anni ’60, periodo in cui si svolge la vicenda: la televisione in bianco e nero, il maestro Manzi, i trasporti che si fanno sempre più via terra e, soprattutto, i barcari, il lavoro per il quale Ganbeto sentiva di essere nato.

La trama del libro “Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti

Sulla corrente dei fiumi non cambia mai nulla. Al timone degli affusolati burchi dal fondo piatto,  i barcari trasportano merci lungo la rete di acque che si snoda da Cremona a Trieste, passando per Ferrara e Treviso. Quando Ganbeto sale, come mozzo, sulla Teresina del nonno Caronte, l'estate si fa epica e avventurosa. Sono i ruggenti anni '60, periodo in cui nelle case entrano il bagno e la televisione in bianco e nero, Carosello e il maestro Manzi. I trasporti viaggiano sempre più via terra, e i pochi burchi che ancora resistono, per ostinazione ma anche per profitto, preferiscono la sicurezza del motore ai ritmi lenti delle correnti e delle maree. Quello del barcaro è un mestiere antico, ma l'acqua non dà certezze, e molti uomini sono costretti a impiegarsi come operai nelle grandi fabbriche. A bordo della Teresina, Ganbeto si sente invincibile. Gli attracchi, le osterie, le burrasche, il mare e la laguna, le campane di piazza San Marco, i coloriti modi di dire di Caronte e i suoi cappelli estrosi, le ragazze che s'incontrano lungo le rotte. Presto, però, non potrà più far finta di niente, lui che ha un piede nel vecchio e uno nel nuovo dovrà imparare la lezione più dolorosa di tutte: per crescere bisogna sempre lasciare indietro qualcosa. “Poche cose restavano chiare, nella sua mente: che Pellestrina è un'isola magnifica. Che il mare ti entra dentro più dei fiumi. Che, soprattutto, non avrebbe mai fatto altro nella vita: il barcaro era l'arte per la quale sentiva di essere nato”. È il 1966, l'anno della grande alluvione: Ganbeto conquista i canali sul burchio del nonno Caronte, imparando a vivere a colpi di remo.

L’autore Paolo Malaguti

Paolo Malaguti è nato a Monselice, in provincia di Padova, nel 1978. Attualmente, però, vive ad Asolo e lavora come docente di Lettere a Bassano del Grappa. Con l’Editore Neri Pozza ha pubblicato “La reliquia di Costantinopoli” nel 2015, che è stato finalista al Premio Strega del 2016, ma anche “Prima dell’alba” nel 2017. Con Beat Edizioni, invece, “Nuovo Sillabario Veneto” e, lo scorso anno, con Solferino, “L’ultimo carnevale”.

di Salvatore Galeone

Source: Adobe Stock

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