Torna WiGreen, la rassegna che rilancia la sfide della sostenibilità

Torna WiGreen, la rassegna che rilancia la sfide della sostenibilità

Il forum, in programma il 13 e 14 febbraio a Milano, rappresenta un'occasione per avvicinare il mondo scientifico alle imprese. Obiettivo: minimizzare gli impatti e rendere più sostenibili gli stili di vita e le attività produttive...

Spreco alimentare e tutela della risorsa acqua al centro del forum che si tiene a Milano il 13 e 14 febbraio

MILANO – Una full immersion nel mondo green: affrontando innanzitutto le tematiche correlate allo spreco, ma divulgando e valorizzando tutti gli argomenti riguardanti la sostenibilità ambientale e il ruolo dei consumatori nei processi che puntano a un suo miglioramento. Giunto alla seconda edizione, WiGreen- Forum sulla Sostenibilità Ambientale, in programma il 13 e il 14 febbraio 2014 al Centro Congressi Fondazione Stelline a Milano, rappresenta un’occasione di confronto per tutti gli attori coinvolti nelle azioni mirate alla salvaguardia dell’ambiente: ricercatori e uomini di azienda, economisti e associazioni di categoria. Protagonisti a vario titolo impegnati nella lotta agli sprechi e nella campagna di sensibilizzazione mirata ad accrescere la consapevolezza dei consumatori.

SPRECO ALIMENTARE- Protagonista della seconda edizione del Congresso sarà il tema dello spreco, declinato secondo tre differenti chiavi di lettura: alimentare, ambientale ed economica. Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti dell’argomento è aumentata notevolmente. Non è un caso che, nell'ambito del piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, l’Italia stia lavorando per fare in modo che il 2015, in concomitanza con l’Expo di Milano, possa essere eletto come l’Anno europeo contro lo Spreco. Lo scarto di cibo commestibile ha luogo in tutte le fasi della filiera: dalle perdite nella raccolta e stoccaggio fino alle cattive abitudini dei consumatori nell’acquisto e utilizzo dei prodotti alimentari. Al tema sarà riservato ampio spazio durante il forum, in cui esponenti del mondo accademico e delle associazioni di consumatori analizzeranno il ruolo di ogni individuo nei processi di sostenibilità ambientale e affronteranno il tema della valorizzazione degli scarti alimentari che, attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi, possono essere recuperati e tornare sulle tavole.

ECONOMIA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE- Lo spreco di cibo non si traduce soltanto nello sperpero di un bene primario e carente in diverse zone del mondo. Il danno coinvolge anche l’ambiente e i diversi sistemi economici nazionali. Il consumo dissennato, dunque, non è più sostenibile. La FAO ha calcolato l'impatto economico di questi sprechi: pari a 550 miliardi di euro l'anno. «Energia, suolo, aria, acqua, biodiversità: occorre porre un limite al dispendio di queste risorse, in tempi rapidi - spiega Paola Riscazzi, coordinatrice dei progetti sulla sostenibilità ambientale di Sprim Italia -. Bisogna ricordare l’importanza di questi beni al fine di preservarli per le generazioni future. Non sono risorse infinite disponibili per il soddisfacimento di qualsiasi bisogno».

I NUMERI DELLO SPRECO- Secondo la Commissione Europea, ogni anno in Europa si sprecano 89 milioni di tonnellate di cibo. Le ultime statistiche fornite dal Politecnico di Milano documentano uno spreco nazionale, lungo l’intera filiera, pari 6 milioni di tonnellate di cibo all’anno: equivalenti all’8% della spesa. Un comportamento che, oltre ad appesantire i dati dello spreco ambientale, rappresenta un danno per l’economia e l’ambiente. Il cibo che finisce nella spazzatura brucia risorse naturali e genera rifiuti ed emissioni inquinanti che finiscono direttamente nell’atmosfera. Inevitabili, di conseguenza, le ripercussioni per l’ambiente. Il Wwf, in collaborazione con la Seconda Università di Napoli, ha provato a quantificarle. Soltanto in Italia, nel 2012, sono stati sprecati 706 milioni di metri cubi di acqua e 14,3 milioni di tonnellate di CO2 attraverso gli alimenti scartati dai consumatori. Il cibo, dunque, ha un costo ambientale e per ridurlo correggere alcune abitudini alimentari è il primo passo da compiere. 

aggiornato l'11 febbraio 2014