Lingerie dalla plastica: il progetto cinese in Egitto

Lingerie dalla plastica: il progetto cinese in Egitto

Un gruppo di imprenditori cinesi ha lanciato sul mercato una speciale lingerie ricavata dalle bottiglie in PET: in Egitto lo stabilimento di produzione

MILANO –  È possibile collegare il concetto del riciclo al mercato della lingerie?

In Egitto dicono di si. Ma qual è l’anello mancante di questo commercio d’intimo a favore dell’ambiente, che si svolge all’ombra delle piramidi?

L’idea è venuta a degli imprenditori cinesi. Una storia, ripresa dalla rivista New Yorker, sul percorso commerciale che ha portato un gruppo di migranti coraggiosi a lanciare una nuovo tipo di mercato. Persone capaci di conquistare la fiducia dei propri clienti, nonostante le carenze linguistiche e scolastiche.

Dove entra in gioco la plastica?

In questa storia la plastica ha un ruolo centrale. Infatti la fortuna di una giovane coppia cinese è nata partendo da una discarica.

I due coniugi si trovavano nel pressi di una zona adibita ai rifiuti, quando hanno avuto l’idea di utilizzare la plastica riciclata per la composizione di prodotti come la lingerie.

Un’intuizione che hanno saputo concretizzare, sfruttando il riciclo delle bottiglie in PET e creando una prima industria nella provincia di Jiangsu, seguita successivamente da un nuovo stabilimento in Egitto.

Non avevano alcuna esperienza precedente nel settore delle materie plastiche, ma si è trattato di un processo di pensiero molto semplice: "Ho visto com’era la situazione e così ho deciso che avrei potuto riciclare plastica – ha detto uno dei due coniugi – e allo stesso tempo guadagnare denaro”.

Oggi, l’impianto di riciclo macina circa 4 tonnellate di bottiglie al giorno. I materiali vengono venduti dai cinesi al Cairo, dove vengono trasformati in filo di poliestere.

Il filo viene successivamente utilizzato dai produttori di abbigliamento egiziani e tra cui sono presenti molti produttori cinesi.

Il modello

L’ideatore del riciclo pro abbigliamento riassume bene il suo progetto: "E’ possibile che una bottiglia gettata sul lato della strada ad Asyut, passerà attraverso tre fasi di lavorazione prima di tornare sul mercato sotto forma di lingerie”.

L'attività di riciclo delle bottiglie PET da parte dei cinesi aiuta la propria popolazione e quella egiziana, perché offre lavoro agli spazzini, ai camionisti e ai bambini che vengono pagati per raccogliere le bottiglie sparse sul ciglio della strada.

L’imprenditore successivamente pone una domanda che fa riflettere: "In un paese come l’Egitto, dove vivono oltre 85 milioni di persone e dove vengono riversati da decenni miliardi di dollari dagli imprenditori stranieri, com’è possibile che uno dei primi centri di riciclo della plastica si stato ideato da due immigrati cinesi analfabeti che alimentano il mercato della lingerie riciclata?”

I cinesi non hanno inventato riciclo della plastica, né l’hanno perfezionato negli anni (non possedendo ancora tecnologie di riciclo all'avanguardia).

L’idea non è solo quella di ridurre le quantità di plastica destinate alla discarica, ma dare lavoro alle persone bisognose.

di Salvatore Galeone

15 dicembre 2017

source: newyorker.com

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