MILANO - Ogni anno, il consumo da parte delle persone delle risorse naturali, come acqua, combustibili fossili e minerali, supera la capacità del Pianeta di rigenerarle. Questo squilibrio viene misurato attraverso l’Earth Overshoot Day, un indicatore simbolico che segna il giorno in cui le risorse disponibili per l’anno vengono esaurite. Da quel momento in poi, ci si trova a vivere a credito, consumando risorse future.
Negli ultimi decenni, tale data è stata progressivamente anticipata. Nel 2024, a livello globale, l’Earth Overshoot Day è caduto il 1° agosto. La data ufficiale per il 2025 non è ancora stata annunciata, ma quella dell’Italy Overshoot Day, ovvero il giorno in cui l’Italia esaurirà il proprio “budget ecologico”, è stata stimata già per il 6 maggio.
Carbon footprint e biocapacità: l’ABC del consumo delle risorse
Come sottolineano gli esperti di Babbel, l’app che promuove la comprensione reciproca attraverso le lingue, mentre aumenta sempre di più la consapevolezza dell’urgenza di agire a difesa del clima, vengono introdotti nuovi termini per descrivere il consumo delle risorse e, soprattutto, vengono sviluppati nuovi indicatori per misurare l’impatto delle attività dell’uomo sull’ambiente. Scopriamo di seguito una selezione dei termini connessi al consumo delle risorse
- impronta ecologica: si tratta del primo indicatore da conoscere poiché viene utilizzato per valutare l’impatto delle attività umane sulla terra, misurando l’area produttiva di mare e terra necessaria per rigenerare le risorse consumate ed assorbire i rifiuti prodotti da una popolazione, permettendo così di comprendere se lo stile di vita da essa attuata sia sostenibile o meno. Questo concetto è stato sviluppato dal Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale no-profit che ha l’obiettivo di sensibilizzare governi, aziende e cittadini sull’importanza di vivere entro i limiti ecologici del Pianeta, ponendo la sostenibilità al centro delle scelte individuali e collettive.
- biocapacità: è la stima della capacità di un ecosistema di generare risorse naturali e di assorbire e filtrare altri elementi dall’atmosfera. Utilizzata, insieme all’impronta ecologica, permette di calcolare l’impatto dell’essere umano sull’ambiente. Il concetto è stato definito e diffuso dal Global Footprint Network per supportare l’analisi dei limiti ecologici del Pianeta.
- deficit ecologico: indica la differenza tra la biocapacità e l’impronta ecologica di una regione o di un paese; si parla di deficit ecologico quando l’impronta di una popolazione supera la biocapacità dell’area a sua disposizione, consumando risorse più velocemente di quanto l’ecosistema sia in grado di rigenerarle.
- carbon footprint: la cosiddetta “impronta di carbonio” misura le emissioni di gas serra (in particolare di anidride carbonica) di un’attività, di un prodotto, di un’azienda o di un paese. Viene espressa solitamente in tonnellate di emissioni (CO₂ equivalente) per unità di confronto, come ad esempio per capo di abbigliamento prodotto o per chilometro percorso. La carbon footprint rientra nel calcolo dell’impronta ecologica perché rappresenta un utilizzo concorrente dello spazio bioproduttivo: l’aumento della concentrazione di CO₂ nell’atmosfera corrisponde infatti ad un accumulo di debito ecologico; per questo, nell’ambito dei calcoli legati all’impronta ecologica, le quantità emesse vengono convertite in superfici biologicamente produttive necessarie per assorbire questo gas.
Di Salvatore Galeone