L’Isola delle Femmine è in vendita? Ecco l’idea di quattro artiste, che la vogliono acquistare - In a Bottle

L’Isola delle Femmine è in vendita? Ecco l’idea di quattro artiste, che la vogliono acquistare

Lanciata una campagna di crowdsourcing rivolta a 350mila donne: bastano 10 Euro a testa

MILANO – Marcela Caldas, Stefania Galegati, Claudia Gangemi e Valentina Greco sono le quattro artiste che hanno creato un sito web lanciando una campagna di crowdsourcing (rivolta ad un pubblico di 350mila persone, ma di sole donne) per l’acquisto dell’Isola delle Femmine, la riserva naturale alle porte di Palermo che è gestita dalla Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli). La cifra, esattamente 10 Euro a testa, è simbolica, ma la volontà è ferrea nel voler proteggere e preservare un ecosistema che ospita soltanto uccelli marini e granchi, in un territorio dove campeggi anche una torre distrutta per metà.

L’Isola delle Femmine: un po’ di storia

La torre, che rende questa piccola isola iconica, è stata costruita nel 1500 dalla Sicilia per difendersi dagli attacchi delle navi nemiche: originariamente presentava due piani, che possono essere eretti di nuovo rispettando la cubatura originale e attenendosi al vincolo ambientale presente. L’Isola delle Femmine, inoltre, è proprietà di una famiglia originaria di Capaci e dal 1997 Riserva Marittima Naturale istituita dalla Regione Siciliana a tutela del patrimonio floristico locale e per favorire la sosta delle specie migratorie.

A quest’isola è legata anche una leggenda: sette ragazze, si dice, abbiano vissuto lì per lungo tempo a causa di una tempesta che ha fatto naufragare la nave su cui viaggiavano. Una volta che le rispettive famiglie le trovarono, decisero di non partire più e fondare una piccola comunità di fronte all’isola, ovvero Capaci (dal siciliano “cca-paci”, ovvero “qui la pace”).

La volontà delle quattro artiste

Le quattro artiste, che hanno fondato l’Associazione “Femminote”, hanno intenzione di non toccare in alcun modo l’ecosistema presente sull’Isola delle Femmine, ma solo la volontà di compiere un “gesto simbolico” che possa essere tramandato e ricordato negli anni a venire. La campagna di crowdsourcing sarebbe rivolta soltanto ad un pubblico femminile, mentre gli uomini possono donare lo stesso ma intestando la quota ad una donna.

di Rossella Digiacomo

Source: Adobe Stock

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