Zone umide: il 6% della superficie che aiuta il Pianeta

Zone umide: il 6% della superficie che aiuta il Pianeta

Culle della biodiversità biologica, le zone umide di tutto il globo sono fondamentali per la salvaguardia del Pianeta e la lotta ai cambiamenti climatici

MILANO – Zone spesso considerate pericolose e inospitali per l’uomo, le zone umide sono aree cruciali per la protezione della biodiversità e del Pianeta, così come per contrastare il cambiamento climatico. Ma quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la categoria delle zone umidi e perché sono così importanti per il nostro ecosistema?

Cosa si intende con zone umide? 

La Convezione di Ramsar racchiude all’interno della categoria zone umide una vasta gamma di aree: laghi e fiumi, falde acquifere sotterranee, paludi e acquitrini, praterie umide, torbiere, oasi, estuari, delta e piane di marea, mangrovie e altre aree costiere, barriere coralline e tutti i siti creati artificialmente come stagni di pesci, risaie, serbatoi e saline.

Si tratta infatti di tutte quelle zone dove l’acqua è presente – sopra o sotto il suolo – e che rappresentano appena il 6% della superficie terrestre di tutti i continenti, ad eccezione dell’Antartica. Poiché il termine racchiude al suo interno diverse tipologie, per semplificare il concetto è utile distinguere tra due macrogruppi principali:

  • Le zone umide interne – quali pozze, paludi boschive, acquitrini o tratti erbosi impregnati d’acqua – si formano a causa dei climi caratterizzati da soventi piogge o processi di risalita delle acque sotterranee
  • Le zone umide costiere

In generale, si tratta quindi di particolari terreni in cui il fenomeno della saturazione dell’acqua ha conseguenze sulla natura del suolo così come sugli ecosistemi di flora e fauna che lo abitano.

L’importanza di un ecosistema in apparenza inospitale 

Le zone umide, per molti decenni sottoposte a processi di prosciugamento, sono in realtà aree cruciali per il Pianeta e la sua biodiversità per diversi motivi:

  • svolgono una funzione di protezione e purificazione grazie ai processi di assorbimento dell’acqua piovana in eccesso causata dalle alluvioni, riuscendo così a limitare problemi di inondazione e danni alle costruzioni;
  • le zone umide sono un habitat naturale per molteplici specie di animali e piante, e in particolare per i pesci, in quanto una parte della loro vita viene trascorsa in queste aree;
  • mettono in atto un processo di assorbimento di quasi un milione di tonnellate di carbonio e, di conseguenza, se degradate e danneggiate, hanno un potenziale di rilascio estremamente pericoloso.

Il trattato di Ramsar per la protezione di queste zone 

Il 2 febbraio 1971 è stata firmata in Iran la Convenzione di Ramsar, il primo vero trattato intergovernativo di importanza internazionale che sancisce il valore delle zone umide. I 170 Paesi firmatari hanno infatti trovato un accordo sulle linee guida per la protezione e l’uso sostenibile degli ecosistemi acquatici, in un’ottica di conservazione della biodiversità. L’obiettivo della Convezione è stato quello di nominare i siti di importanza internazionale legati alle zone umide, con le relative politiche di gestione, sulla base di parametri ecologici, botanici, zoologici e idrologici.

 

Di Elena Parodi

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