Se il cibo diventa moda

Se il cibo diventa moda

Se è vero che il cibo si mangia prima con gli occhi, Sandra Longinotti, giornalista e food stylist spiega quanto la tendenza del trattare gli alimenti con il linguaggio della moda aiuta a renderli più belli e attraenti

Come nasce la tua passione per il cibo?

A 4 anni mi ero messa in testa di imparare a cucinare, ma prima di avere il permesso di preparare la prima torta da sola ho aspettato a lungo osservando mia madre, contendendomi coi miei fratelli il diritto a leccare le tracce degli impasti dolci dal tazzone e gli utensili della planetaria, sfogliando La Cucina Italiana di mia mamma e imparando a memoria le ricette del quaderno di famiglia.

Cosa ti ha spinto a trasformarla in professione?

Ho iniziato e ho lavorato a lungo nella moda, un settore che mi ha consentito di acquisire un occhio fotografico per le forme, l’armonia e gli abbinamenti cromatici. Poi è arrivato mio figlio, Francesco, volevo avere il tempo per fare la mamma e sono stata fortunata perché ho avuto l’occasione di scrivere di foodConoscere gli ingredienti e cucinare era quello che avevo sempre desiderato, non immaginavo nemmeno lontanamente che sarei diventata food stylist e giornalista freelance, per non parlare del blog… allora internet era agli albori!

Una delle tue attività è il “food styling”, di cosa si tratta?

Ne ho parlato sul mio blog perché è un lavoro poco conosciuto e in effetti, soprattutto in Italia, siamo sempre state in poche a farlo in modo professionale. Sintetizzando, è la capacità di rendere bello e attraente il cibo, che sia un ingrediente o una ricetta, da fotografare o filmare per un servizio di cucina, una pubblicità o uno spot da diffondere attraverso i media.

L’Italia è da tutti riconosciuta come la patria del buon cibo. Dal tuo punto di vista quanta consapevolezza c’è sull’importanza del mangiare bene?

Finalmente “mangiare bene” viene sempre più inteso anche nel senso salutare del termine, e questo anche nell’alta ristorazione.

In Italia siamo particolarmente fortunati perché abbiamo un territorio che offre una grandissima biodiversità e quindi una gamma incredibile di sapori, manca ancora una cultura diffusa sul cibo ma in questi ultimi anni si è sviluppato un maggior interesse per l’argomento, cosa che lascia sperare in una maggior consapevolezza nelle scelte e richieste dei consumatori.

Si parla molto di alimentazione ma meno di idratazione. Secondo te perché questo tema è sottovalutato e quanto conta l’idratazione in uno stile di vita sano?

E’ vero, apportare liquidi all’organismo suona più come un consiglio del medico piuttosto che una reale esigenza, proprio per questo i classici due litri d’acqua al giorno sono stati acquisiti come “prescrizione” che di fatto viene poi seguita da pochi, anche perché c’è chi non riesce a trovare piacevolezza nel sapore dell’acqua che beve e tende a sostituirla con bevande non solo aromatizzate ma anche dolcificate.

Bisognerebbe creare maggior consapevolezza sul contenuto dell’acqua, è importante imparare a valutare i dati riportati in etichetta, capire le esigenze di apporto di liquidi e minerali rispetto all’età, e saper scegliere l’acqua in abbinamento al vino e al cibo, e nella preparazione di bevande quotidiane come tè e caffè.

L’Expo è alle porte: quali pensi saranno le opportunità che l’Italia deve saper cogliere?

Fare innamorare i visitatori della sua bellezza e del buon gusto italiano. Per capire qual è l’Italia vera, e farli tornare. E anche – quando è possibile – creare le condizioni perché il food & beverage italiani siano riconoscibili, ricercati e disponibili nei paesi di origine dei milioni di visitatori che in pochi mesi ospiteremo, spesso per la prima volta nella loro vita.

Sandra Longinotti

giornalista freelance, food stylist e blogger

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aggiornato il 25 marzo 2015