Le 5 sfide autunnali che gli italiani trasformano in qualcosa che “ci sta”, tra routine e buoni propositi

Le 5 sfide autunnali che gli italiani trasformano in qualcosa che “ci sta”, tra routine e buoni propositi

In un momento in cui la vita quotidiana diventa più scandita e organizzata, Sanbittèr rivela quali sono le 5 attività che gli italiani associano al “ci sta”, ovvero quelle che trasformano gli impegni in opportunità per ritrovarsi.

MILANO - L’autunno è una stagione che, tra i colori caldi e le giornate che si accorciano, riporta ordine e routine nella vita quotidiana degli italiani. È dimostrato che i cambi di stagione spingano a ricercare stabilità e ritualità e abbiano un’influenza anche sul nostro umore. Con il ritorno in ufficio e a scuola, la ripresa della palestra e i buoni propositi che accompagnano il cambio di stagione riaffiorano infatti tutte quelle abitudini che spesso sembrano pesanti, ma che in realtà finiscono per “starci”.

Un sondaggio condotto su un campione nazionale e realizzato da Sanbittèr con metodologia SWOA (Social Web Opinion Analysis) in occasione della nuova campagna “Ci Sta” ha indagato le cinque attività che più rappresentano questo spirito. 

Le sfide autunnali che “ci stanno”

Tra le abitudini che gli italiani hanno eletto come più tipiche dell’autunno c’è una serata di relax a casa (65%). Dopo un’estate trascorsa in compagnia, infatti, può sembrare quasi traumatico ritrovarsi improvvisamente tra le mura domestiche senza la stessa vitalità dei mesi caldi, ma in realtà molti scoprono che questo momento diventa prezioso perché permette di rallentare, di concedersi il piacere di leggere un libro, di guardare una serie tv o semplicemente di rilassarsi. È così che ciò che sembrava un “peso” si trasforma in un’occasione per ricaricare le energie e riscoprire la bellezza della quiete.

A seguire in classifica, il ritorno in palestra (59%), inizialmente visto come un obbligo dopo mesi di relax, ma successivamente si rivela una routine che “ci sta” perché consente di rimettersi in forma, di scaricare le tensioni accumulate e di affrontare le giornate con uno slancio e un’energia nuova. 

E se il rientro in ufficio e le agende fitte rendono faticoso tornare alla normalità, ecco che l’aperitivo post lavoro (54%) si inserisce come il contrappeso perfetto: un appuntamento improvvisato con i colleghi preferiti o gli amici che, anche nelle giornate di pioggia, rende più leggero il ritorno alla scrivania e regala momenti di socialità autentica.

Non meno importante è il fare ordine e iniziare nuovi progetti (48%), perché l’autunno, con la sua aria fresca e il bisogno di stabilità, invita a mettere in fila le cose. E così, sistemare l’armadio, riorganizzare gli spazi o pianificare nuovi obiettivi diventa non soltanto un dovere, ma anche un’occasione per sentirsi rinnovati, più leggeri e pronti a ripartire.

E infine tutte quelle piccole abitudini che spesso vengono rimandate ma che in autunno ritornano: i check up di routine (43%). Possono sembrare un dovere poco entusiasmante, quasi un peso nella lista delle cose da fare, ma se affrontati con il giusto spirito diventano un atto concreto di cura verso sé stessi. L’autunno infatti, con il suo invito a rallentare e a rimettere ordine, è la stagione ideale per concedersi questi controlli di base, che regalano serenità e consapevolezza.

Il “ci sta” in autunno

L’indagine ha poi analizzato come cambia l’uso dell’espressione “ci sta” in autunno, la stagione per eccellenza dei buoni propositi e delle routine ritrovate. Per il 62% degli italiani il “ci sta” è collegato a un sentimento di rassegnazione positiva: la si usa quando si accetta con filosofia un impegno che pesa - dal rientro in ufficio (59%) alle prime giornate in palestra dopo le vacanze (53%) - trasformandolo in qualcosa di inevitabile ma condiviso. Non è un caso che oltre 6 italiani su 10 dicano “ci sta” quando devono affrontare un compito che in apparenza è faticoso, ma che alla fine si rivela utile o persino piacevole. 

Allo stesso tempo, il “ci sta” è anche la chiave della comfort zone: il 61% lo utilizza quando si trova in situazioni di confidenza, il 55% nelle relazioni consolidate e il 65% durante momenti di chiacchiera leggera, quei contesti che l’autunno rende ancora più frequenti, tra casa, amici e routine giornaliere. Lo studio evidenzia così come il “ci sta” non sia solo un modo di dire, ma il linguaggio con cui gli italiani affrontano i piccoli doveri d’autunno trasformandoli in occasioni di leggerezza, ironia (64%) e complicità (55%).

Inoltre, secondo la British Psychological Society, le stagioni rappresentano “una fonte fondamentale di variabilità” nei nostri processi cognitivi e affettivi - un fenomeno influenzato da fattori ambientali e culturali stagionali come luce, clima e tradizioni. In questo contesto, l’espressione “ci sta” si afferma come un modo leggero e immediato per affrontare i piccoli doveri autunnali, trasformandoli in atti quotidiani di comfort, complicità e condivisione. 

Di Prisca Peroni

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