Arriva la Wild Generation, il ritorno alla natura diventa un trend globale

Arriva la Wild Generation, il ritorno alla natura diventa un trend globale

La nuova tendenza internazionale è vivere la natura in modo attivo e consapevole: tra escursioni, foraging e nuovi riti quotidiani all’aria aperta. Dalle foreste ai parchi urbani, cresce il bisogno di esperienze autentiche e rigeneranti.

Dopo anni in cui le spiagge hanno dominato le preferenze estive, cresce nel mondo una nuova sensibilità che porta le persone a cercare nei boschi e nelle foreste la vera rigenerazione. Una forma di riconnessione con sé stessi e con l’ambiente, che gli esperti definiscono come “Wild Regeneration”: una tendenza emergente che unisce desiderio di benessere, stili di vita sostenibili e immersione nella natura. 

I benefici del contatto con la natura: la wilderness

La scienza conferma ciò che l’istinto suggerisce: immergersi nella natura fa bene. Diverse teorie – come la biofilia, la Stress Reduction Theory e la Attention Restoration Theory – spiegano come gli ambienti naturali aiutino a ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e favorire uno stato di benessere diffuso. Una rassegna dell’American Journal of Lifestyle Medicine evidenzia effetti positivi misurabili derivanti dall’esposizione alla wilderness – il termine con cui la letteratura scientifica definisce gli ambienti naturali incontaminati: migliore qualità del sonno, aumento delle performance cognitive, maggiore resistenza allo stress e relazioni sociali più sane.

In sintesi, la wilderness è una medicina, conclude lo studio: un’esperienza capace di restituire vigore e vitalità. E non servono viaggi epici per godere di questi benefici: anche brevi momenti all’aria aperta, inseriti nella quotidianità, possono fare la differenza.
Lo dimostra uno studio condotto in Inghilterra su oltre 20.000 persone (Scientific Reports), secondo cui trascorrere almeno 120 minuti a settimana nella natura aumenta sensibilmente la percezione di benessere e salute.

L’interazione uomo-natura

In questo scenario, si affermano anche pratiche tradizionali che riportano l’uomo a interagire direttamente con l’ambiente naturale. Tra queste, il foraging – la raccolta spontanea di piante, frutti ed erbe selvatiche – torna a coinvolgere non solo le zone rurali ma anche le città. Iniziative come orti urbani, “edible cities” e passeggiate guidate raccontano una crescente ricerca di esperienze autentiche, antidoto alla cosiddetta extinction of experience, ovvero la perdita di contatto diretto con la natura dovuta alla vita urbanizzata.

Scegliere la montagna per rigenerarsi

Oggi le attività all’aria aperta, i cammini nei boschi, il tempo trascorso nella natura non rappresentano più semplici svaghi, ma espressioni di un bisogno sempre più condiviso a livello globale: ritrovare connessione, rallentare e rigenerarsi. La montagna non è più solo meta di sportivi o escursionisti esperti, ma luogo di consapevolezza per chi cerca un equilibrio più autentico. 

Di Salvatore Galeone

Fonti:

  • Moore M.S., The Interleaving Trails of Lifestyle and Wilderness, Am. J. Lifestyle Med. 17(4):470-475 (2023).
  • Bowen K.J. et al., The effectiveness of wilderness therapy... (systematic review protocol background), Campbell Collaboration (2022).
  • White M.P. et al., Spending at least 120 minutes a week in nature is associated with good health and wellbeing, Sci. Reports 9, 7730 (2019).
  • Schunko C. et al. Urban nature at the fingertips: Investigating wild food foraging to enable nature interactions of urban dwellers, Ambio (2022).

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