Le immersioni a Finibus Terrae, tra pareti e relitti

Le immersioni a Finibus Terrae, tra pareti e relitti

Nel pieno dell’estate, la scrittrice e sub Maria Pia Romano ci porta per mano nei fondali marini disseminati nel Salento

Sotto il faro di Santa Maria di Leuca, estrema propaggine d’Italia, c’è una tale vita sottomarina da lasciare incantati anche i sub più esigenti. Immersioni in corrente, qualche volta, in cui si vede tanto pesce, e si ammirano scenari di grande suggestione, con pareti colorate e grotte blu.

Punta Meliso e La Madonnina

Tante sono le immersioni che offre Finibus Terrae: dagli incantevoli siti di Punta Meliso e Terradico, fino a Fiume, Sanandrea (detto “il condominio” per la grande quantità di pesce che si può vedere) e il Canale delle Aragoste. Splendida la Madonnina sommersa di Leuca, tappa obbligata di ogni gruppo di sub. Una delle immersioni più gettonate di questo tratto di costa estremo lembo d’Italia, è il relitto di Torre Vado, con i suoi barracuda, che hanno anche imparato a mettersi in posa per le foto ricordo con i sub!

I barracuda fotomodelli

Chi li conosce come temibili predatori dei mari dovrà ricredersi, perché quelli salentini sono degli aspiranti fotomodelli e amano farsi ritrarre dai sub che accorrono numerosissimi da tutta Italia e anche oltre. I barracuda che hanno fatto del relitto “Tevfik Kaptan 1” di Torre Vado la loro casa ormai da molti anni in verità non amano tanto il caos: preferiscono luglio e settembre alle torride settimane centrali di agosto, ma non disdegnano mai una puntatina intorno al relitto. Lo staff del Diving Service propone spesso questo sito d’immersione, specie nelle uscite in cui si fanno due tuffi: solitamente il primo è nelle acque più profonde di Leuca, dove si superano quasi sempre i 30 mt di profondità, il secondo è sul relitto.

Il relitto per gli Open

La nave si trova ad una profondità massima di 22 metri, immersione accessibile anche a chi ha solo il primo brevetto. Nei primi anni la si poteva ammirare in perfetto assetto di navigazione, ora si è spezzata in due parti, cosa che rende l’immersione ancora più particolare. Una volta ultimati gli interventi di bonifica dei prodotti inquinanti (ricordiamo che la nave è affondata col suo carico di combustibili e oli lubrificanti e rappresentava un serio pericolo per l’ambiente) il relitto ha iniziato subito a popolarsi: polpi, scorfani, nudibranchi, paguri, saraghi, alici e barracuda. Uno spettacolo davvero unico!

Di Maria Pia Romano

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