Leonardo Da Vinci “Maestro d’acqua”. Ecco perché – In a Bottle

Le scoperte di Leonardo Da Vinci legate all’acqua

Nel 500° anniversario della sua morte, scopriamo come il genio esplorò la potenza e la bellezza del suo flusso.

MILANO – Tra i tanti soprannomi attribuiti a Leonardo Da Vinci all’interno dei registri del governo Fiorentino del XV secolo compareMaestro dell’acqua”. La sua attenzione per "l'oro blu" è stata approfondita nei giorni scorsi a Milano nel corso del Fuorisalone con “AQUA. La visione di Leonardo”, lo spettacolo multimediale ideato dal “designer di emozioni” Marco Balich. Su The Conversation è stato analizzato lo stretto legame che unisce le sue scoperte scientifiche a questa preziosa risorsa.

Studi e progetti sull’acqua

Leonardo deviò la corrente del fiume Arno da Pisa in modo da tagliare l'accesso alla città, all’epoca rivale di Firenze, dal mare. Questo è stato uno dei numerosi lavori svolti dall’artista legati al controllo dell'acqua come mezzo per esercitare il potere. I taccuini storici di Leonardo rivelano la grande attenzione da lui posta su questo elemento; il genio fiorentino ha analizzato il flusso e il riflusso delle maree, le origini dei fiumi e degli oceani e il ciclo dell'acqua. Se l’uomo non poteva avere controllo completo sull'acqua, secondo Leonardo ci si poteva comunque lavorare. Nel corso della sua vita gli sono stati commissionati una serie di progetti legati alla gestione di questa risorsa, in particolare attraverso canali costruiti artificialmente.

La bellezza dello scorrere dell’acqua

Per Leonardo l'acqua è anche un elemento naturale esteticamente bello grazie al suo gioco di flussi e vortici, tanto da rappresentarla nelle sue illustrazioni attraverso onde in movimento e fluide. L’artista dipingeva la natura intrinsecamente tridimensionale dell'acqua che scorre con una serie di vortici coesistenti: alcuni dovuti all'impeto della corrente principale, altri al movimento incidentale e al flusso di ritorno. Questo concetto fu formalizzato matematicamente nel 1941 da A.N. Kolmogorov sotto il nome di  "cascata energetica inversa della turbolenza". Questa rappresentazione delle onde d’acqua rimane uno strumento utilizzato anche dai ricercatori contemporanei.

di Salvatore Galeone

Source: Adobe Stock

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