L’acqua di Talete: a Roma la mostra di José Molina

L’acqua di Talete: a Roma la mostra di José Molina

A Roma fino al 17 febbraio 2019 al Museo Carlo Bilotti sarà presente la mostra di José Molina, L’Acqua di Talete: omaggio all’elemento che regge il mondo

ROMA – Dal 29 novembre 2018 al 17 febbraio 2019 per la prima volta negli spazi espositivi del Museo Carlo Bilotti di Roma, all’interno della suggestiva cornice dell’Aranciera di Villa Borghese, arrivano le opere di José Molina che presenta iconici lavori fra dipinti, disegni e sculture, oltre a opere inedite dedicate all’acqua come archetipo, forza primigenia da cui si genera la vita e a cui tutto farà ritorno.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideata e curata da Roberto Gramiccia, patrocinata dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dall’Instituto Cervantes di Roma, e organizzata con il contributo della galleria Deodato Arte.

L’acqua elemento di vita

La personale di José Molina è tutta dedicata al tema naturale dell’acqua, indagato dall’artista quale elemento primordiale che dà origine alla vita e fondamento archetipico sul quale poggia tutto il sistema del reale. Il concetto è uno sviluppo del pensiero filosofico di Talete di Mileto che, come riporta Aristotele nella sua Metafisica, costituisce la base della filosofia occidentale.

Molina si confronta con questo pensiero realizzando sculture e opere pittoriche su tela e su carta in cui predomina l’acqua stessa, che è anche evocata nelle fattezze metamorfiche e visionarie dei personaggi rappresentati, creando così, come evidenzia il curatore, un mondo fantastico che inesauribilmente rinasce da se stesso.

La natura femminile dell’acqua

La tematica rimanda poi all’indagine dell’artista sulla natura umana, che caratterizza tutta la sua produzione e si ravvisa chiaramente nelle opere esposte provenienti dalle collezioni Los Olvidados, Portraits, Beloved Earth; tra queste spiccano le figure femminili, generatrici di vita e depositarie della forza ancestrale della natura, come in Dolce acqua (2015), La prima mattina (2015) e Fiore di mare (2016), oppure i soggetti onirici e metafisici di Predatores, da cui I Pesci che nuotano (2015), metafora dell’affrontare la vita “controcorrente”, oltre all’autoritratto Sangue! (2002) da Morir para vivir.

Completano il percorso espositivo tre sculture appartenenti alla serie I feel (2017) e iconicamente intitolate Io dubito, Io ricordo e Io immagino, che invitano il visitatore ad addentrarsi

L’autore

José Molina nasce a Madrid nel 1965; già dall’età di undici anni frequenta diverse scuole d’arte e in seguito, parallelamente agli studi presso l’Università delle Belle Arti di Madrid, lavora nella pubblicità fino a trentacinque anni, quando decide di dedicarsi totalmente alla pittura.

Le sue prime esposizioni si tengono a Milano: nel 2004 alla Galleria Rubin, tra il 2005 e il 2010 al Museo della Scienza e della Tecnologia e all’Acquario Civico, successivamente presso la Galleria Ca’ di Fra’ e la Mc2 Gallery, alla Fondazione Stelline e alla Fondazione Mudima, e nel 2013 presso il Museo Poldi Pezzoli, lo Spazio Oberdan e la Triennale. Nel 2014 a Roma alla Real Academia de España ha luogo la sua prima antologica.

Tra il 2016 e il 2017 è presente con mostre personali presso il Museo del Mare di Genova, Palazzo Graziani a San Marino e alla galleria Deodato Arte di Milano. Il 2017 lo vede protagonista alla Reggia di Caserta con la personale “Paesaggio dopo la battaglia” e nel 2018 espone presso la Able Fine Art Gallery di New York. José Molina è oggi presente nel mercato internazionale sia europeo che asiatico. Attualmente vive e lavora sul lago di Como.

di Alessandro Conte

26 novembre 2018

source:museocarlobilotti.it

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