Surriscaldamento dei server: Microsoft li mette sott'acqua

Il Project Natick di Microsoft ha testato un prototipo di centro elaborazione dati da posizionare sul fondale del mare per evitare il surriscaldamento.

WASHINGTON Di recente i ricercatori della Microsoft hanno testato un prototipo di data center che, come ha documentato il New York Times, potrebbe operare centinaia di metri sotto la superficie del mare, eliminando uno dei problemi più costosi del settore della tecnologia: il surriscaldamento dei server.

Data center

Dai video ai social network fino alle e-mail, tutte queste informazioni vengono raccolte da migliaia di server che generano costantemente calore. 

Quando vengono superati certi parametri, c’è il rischio che tutto collassi e che i dati vadano persi. Per risolvere il problema del surriscaldamento, la Microsoft ha pensato di posizionare questi centri di elaborazione dati sott’acqua.

Questo progetto si lega anche all’idea di sfruttare l’energia delle maree per generare elettricità e risolvere il problema della crescete domanda di energia elettrica da parte del mondo informatico.

Progetti e preoccupazioni ambientali  

Il progetto dei data center subacquei è stato definito “Project Natick” e prevede collegare le capsule subacquee con dei cavi d’acciaio giganti, posizionati sul fondo del mare:

«Quando ho sentito parlare di questo progetto, ho pensato: acqua ed elettricità, perché l'ho fatto? - ha dichiarato Ben Cutler, computer designer di Microsoft, uno degli ingegneri che hanno lavorato al sistema del progetto Natick - Perché se uno ci pensa veramente, questa cosa fa molto senso».

I ricercatori di Microsoft ritengono che la produzione di massa delle capsule, potrebbero ridurre il tempo di sviluppo di nuovi data center nel giro di due anni, offrendo un vantaggio in termine di costi enorme.

Sistema sottomarino

Il sistema sottomarino è stato dotato di 100 diversi sensori per misurare la pressione, l'umidità, il movimento e le altre condizioni per capire meglio come operare in un ambiente in cui non è possibile intervenire facilmente in caso di guasti.

La società ha recentemente completato una prova durata 105 giorni, nei quali una capsula d’acciaio è stata posizionata una decina di metri sott’acqua nell'Oceano Pacifico, a largo della costa centrale della California.

Il processo si è dimostrato più efficace del previsto. Il gruppo di ricerca ha iniziato a progettare un sistema sottomarino che sarà tre volte più grande. Sarà costruito in collaborazione con uno sviluppatore ancora sconosciuto. 

di Salvatore Galeone

26 gennaio 2018

source: pcworld.com

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