MILANO - L’acqua fossile, o acqua paleolitica, rappresenta una delle risorse idriche più antiche e preziose presenti nel sottosuolo terrestre. Questa acqua si è accumulata in acquiferi profondi durante epoche geologiche remote, rimanendo intrappolata e isolata da processi idrologici moderni per milioni di anni. Tale caratteristica la rende una risorsa idrica non rinnovabile, la cui gestione richiede particolare attenzione e consapevolezza.
Essa è caratterizzata da una composizione chimico-fisica unica e da un’età confermata mediante tecniche isotopiche avanzate, questa acqua non è soggetta al ciclo idrologico attuale e pertanto è considerata una risorsa non rinnovabile su scala umana. La sua importanza risiede soprattutto nelle regioni aride e semi-aride, dove costituisce una fonte essenziale per l’approvvigionamento idrico civile, agricolo e industriale. Tuttavia, l’estrazione intensiva e non sostenibile comporta rischi di esaurimento e impatti ambientali negativi.
Di seguito, analizziamo le caratteristiche, l’origine, le metodologie di datazione, l’uso e le criticità legate all’acqua fossile, sottolineando la necessità di una gestione responsabile e integrata per garantirne la conservazione nel lungo termine.
Origine e formazione dell’acqua fossile
Le acque fossili si sono formate in periodi storici in cui le condizioni climatiche erano notevolmente diverse da quelle attuali. Durante ere più umide, vaste quantità di acqua piovana si infiltravano nelle rocce porose del sottosuolo, raggiungendo falde profonde che venivano sigillate da strati impermeabili di argilla o rocce compatte.
Questi acquiferi confinati sono oggi isolati dal ciclo idrologico contemporaneo, impedendo così la loro ricarica naturale. Ad esempio, acquiferi come il Nubian Sandstone Aquifer System nel Nord Africa contengono acqua con un’età stimata di 1-2 milioni di anni (MacDonald et al., 2016).
Caratteristiche chimico-fisiche e isotopiche
Le acque fossili presentano una composizione chimica unica, influenzata dall’interazione prolungata con la matrice rocciosa circostante. Sono tipicamente a basso contenuto di ossigeno disciolto e possono contenere elevate concentrazioni di minerali disciolti come calcio, magnesio, solfati e bicarbonati. La determinazione dell’età di queste acque si basa su tecniche di datazione isotopica, come:
- Trizio (^3H): utile per acque con età fino a 60 anni, esclude che l’acqua sia recente.
- Carbonio-14 (^14C): impiegato per datare acque fino a circa 40.000 anni.
- Cloro-36 (^36Cl): utilizzato per acque molto antiche, con età superiori a centinaia di migliaia di anni.
- Gas nobili: studi sulla composizione di gas disciolti aiutano a ricostruire le condizioni paleoambientali al momento della formazione dell’acqua fossile (Sturchio et al., 2004).
Questi metodi hanno permesso di confermare che molte acque fossili hanno un’età che va da decine di migliaia fino a milioni di anni, testimonianza diretta di condizioni climatiche e ambientali del passato remoto.
Importanza e utilizzo
L’acqua fossile rappresenta una risorsa fondamentale in molte regioni aride e semi-aride del mondo, dove le acque superficiali scarseggiano o sono inquinate. Paesi come l’Egitto, la Libia, l’Arabia Saudita e l’Australia sfruttano questa risorsa per approvvigionare le proprie popolazioni, sostenere l’agricoltura e l’industria. Ad esempio, l’acquifero fossile di Great Artesian Basin in Australia fornisce acqua vitale per le comunità interne del paese.
Criticità e sostenibilità
La natura non rinnovabile delle acque fossili comporta un rischio significativo di esaurimento. Il tasso di prelievo può superare di gran lunga la capacità di ricarica, che avviene su tempi geologici lunghissimi. L’estrazione incontrollata porta a:
- Abbassamento del livello delle falde
- Subsidenza del terreno
- Degradazione della qualità dell’acqua
- Impatti negativi sugli ecosistemi dipendenti dall’acqua sotterranea
In letteratura scientifica (Gleeson et al., 2012), si sottolinea l’urgenza di politiche di gestione integrata, basate su modelli idrogeologici avanzati e monitoraggio continuo, per garantire un uso sostenibile e la protezione di queste risorse.
Prospettive future
L’innovazione tecnologica nelle tecniche di monitoraggio e datazione isotopica continua a migliorare la comprensione dei cicli dell’acqua fossile. Parallelamente, la ricerca si concentra sulla mitigazione degli impatti ambientali e sulla valorizzazione di queste risorse in modo responsabile. Strategie come il riciclo dell’acqua, l’uso combinato con fonti rinnovabili e la limitazione del prelievo nei bacini più vulnerabili sono fondamentali per assicurare la disponibilità futura di acqua fossile.
Di Fabiola Ceglie