Andrea Zuanetti, l’ingegnere aerospaziale che aiuta le aziende ad essere più sostenibili

Andrea Zuanetti, l’ingegnere aerospaziale che aiuta le aziende ad essere più sostenibili

Intervista all’ingegnere aerospaziale che ha co-fondato la start-up Up2You attraverso cui le aziende si mettono in gioco nel campo della sostenibilità

MILANO - Partendo dalla sostenibilità ambientale e dai cambiamenti climatici, Up2You è una strart-up che offre una serie di servizi per aiutare le aziende ad affrontare questo tema e a fare la propria parte, toccando questioni quali la riduzione delle emissioni, la comunicazione e il coinvolgimento dei dipendenti.

Uno dei fondatori di Up2You, Andrea Zuanetti, ci racconta la nascita, l’attività e la missione della start-up.

 

Ciao Andrea, parlaci un po’ di te e del tuo percorso professionale. Com’è nata la tua passione per la sostenibilità?

Io nasco di studi ingegnere aerospaziale - la facoltà dove ho anche conosciuto i miei due co-fondatori. Abbiamo lavorato per la prima volta insieme quando nel quarto anno di università abbiamo partecipato a un concorso internazionale di progetto di velivoli: l’obiettivo era fare un veicolo di search and rescue e tra tutte le università del mondo il nostro team si è classificato ultimo, quindi una bella batosta! L’anno dopo ci abbiamo riprovato con un concorso della NASA dove ci chiedevano di progettare un aerotaxi elettrico per la città di New York e questa volta ci siamo classificati primi: è stata la seconda volta in 50 anni di concorsi che non vinceva un’università americana e la prima volta che vinceva una italiana. Finito il percorso di studi, ci siamo separati per ritrovarci poi qualche anno dopo.

In un primo momento ho quindi fatto un po’ di esperienza in ambito risk management e poi sono andato a lavorare in una scale-up italo-svizzera che si occupava di blockchain. Mi sono pian piano appassionato al mondo start-up, con il desiderio di fare qualcosa di impatto. In realtà, non avevo una particolare predilezione verso la sostenibilità ambientale: ho sempre fatto volontariato sia in ambito disabilità che protezione civile; quindi, mi interessava genericamente fare qualcosa che avesse un impatto positivo. Ho così recuperato questi due miei ex colleghi perché li stimavo – e li stimo tutt’ora - molto proponendo loro l’idea. Uno di loro due aveva già sviluppato una sensibilità ambientale più spinta, e da lì anche io ho scoperto e sposato la causa. Abbiamo così fondato a gennaio 2020 una startup che aiuta le aziende a gestire il tema della sostenibilità, partendo dal mondo del turismo. Due settimane dopo - fine gennaio 2020 circa - è scoppiato il Covid e il mercato del turismo è crollato. Abbiamo quindi abbandonato quel mondo e lanciato un servizio trasversale a più settori e verticale sul tema del cambiamento climatico.

 

Up2You: com’è nata, di cosa si occupa, e soprattutto quale obiettivo persegue?

In Up2You agiamo sui temi di sostenibilità – in particolare ambientale e sulla questione del cambiamento climatico. Abbiamo elaborato una serie di servizi che accompagnano le aziende in questo percorso: prendersi carico del tema e fare la propria parte. Questi servizi si basano sulle nostre tecnologie proprietarie che abbiamo sviluppato.

Una si chiama Neutral Company ed è la piattaforma che fa carbon management per le aziende attraverso cui si possono calcolare le proprie emissioni di CO2 – scope 1, 2, 3. Arrivare allo scopo 3 richiede uno sforzo di personalizzazione per ogni cliente, ma è incredibilmente poi molto efficace perché è la grande sfida delle aziende. Permette di mettere a terra le azioni di riduzione delle emissioni, compensazione tramite progetti certificati e comunicazione - aiutiamo molto le aziende a capire quali claim si possono utilizzare e in che contesto, evitando così di utilizzare comunicazioni fuorvianti.

Inoltre, le aiutiamo anche a coinvolgere i dipendenti su questi temi tramite awareness e formazione veicolati attraverso la seconda piattaforma che si chiama PlaNet. Permette all’aziende di lanciare una gara di sostenibilità: i dipendenti si registrano sulla web app e trovano ogni settimana delle nuove missioni come quiz o atteggiamenti sostenibili da tenere. Se lo fanno e lo dimostrano, assegniamo loro dei punti che si trasformano in premi legati alla sostenibilità. I dipendenti possono anche scoprire quello che la loro stessa azienda già fa. L’azienda, inoltre, può utilizzare questi contenuti per redigere il bilancio di sostenibilità.

 

Ci puoi raccontare qualche aneddoto di azienda che ha introdotto i vostri servizi?

Sul servizio PlaNet abbiamo due modalità di utilizzo: la sfida della singola azienda oppure la sfida tra più aziende. Questo lo facciamo in modalità campionato – la Green Cup – dove partecipiamo anche noi. Facciamo ogni anno anche l’evento di chiusura con l’assegnazione dei premi – un momento molto divertente a cui partecipano i dipendenti delle aziende clienti come Enel, Deloitte, Epson,...

Ci ha molto colpito la parte di produzione dei video: in una grande azienda, avevamo paura che la qualità dei video potesse essere veramente bassa. Invece, siamo rimasti sorpresi dalla quantità di persone che si sono messe lì, in scenari improbabili, per veicolare messaggi che sono risultati molto interessanti.

Quale consiglio daresti ai nostri lettori parlando di sostenibilità?

Ho appena finito di leggere un libro che mi ha fatto riflettere sul tema del consumo e in particolare del ridurre gli acquisti alla base. Mi spiego meglio: è necessario fare la riflessione che acquistare prodotti sostenibili sia chiaramente una bellissima e auspicabile idea, ma spesso bisogna chiedersi “Ho davvero bisogno di quello che sto comprando?”. Ogni tanto la risposta può essere “no” ed effettivamente credo che sia una riflessione fondamentale. È importante fare scelte sostenibili, ma anche ogni tanto tagliare tout court un acquisto può essere un buon passo avanti.

 

Di Elena Parodi

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