Anziani e idratazione in estate: i consigli dell’esperto

Raffaele Antonelli Incalzi, Presidente della Società Italiana di Geriatria, parla dei rimedi per mantenere in salute e idratati gli anziani in estate

MILANO – L’arrivo dell’estate e delle calde temperature può far peggiorare le condizioni di salute di categorie deboli come gli anziani. Ne abbiamo parlato con il Prof. Raffaele Antonelli Incalzi, Presidente Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, in un focus che spiega quali sono i rischi principali che corrono anziani e malati in estate e quali buone pratiche occorre adottare per preservare la loro salute.

Quali sono i principali rischi per la salute cui vanno incontro gli anziani in estate?

Gli anziani sono esposti a un duplice rischio: da una parte uno scompenso di malattie croniche (insufficienza renale, broncopneumopatia cronica ostruttiva, scompenso cardiaco) e, dall’altro, sono esposti al rischio disidratazione perché con l’età si riduce il senso della sete anche se, purtroppo, ci sono altre cause che limitano l’idratazione ed ad assumere cibi ricchi di acqua e Sali minerali come condizioni sociali, di isolamento e non di rado anche depressione ed effetti di farmaci.

Il classico colpo di calore non è comunissimo nell’anziano, perché è più frequente fra chi vive o è esposto ad ambienti fortemente riscaldati. Negli anziani, in definitiva, i rischi maggiori per la salute in estate sono dettati dal peggioramento di malattie croniche e dalla disidratazione.

Quali sono le buone pratiche da adottare per prendersi cura di loro?

Sono poche ma essenziali. Una dovrebbe essere il controllo dell’introito di liquidi, che dovrebbe essere di due litri al giorno anche forzando, per quanto possibile, l’anziano che non percepisce lo stimolo della sete e diversificando anche le fonti di idratazione: acqua, spremute, mousse, gelato, yogurt e tutto ciò che si può purché si introducano liquidi.

Esistono anche dei frutti come il melone, l’anguria e l’uva che sono ottimali per il carico di Sali minerali che portano con sé.

Altro elemento importante è l’assunzione di tutto ciò che è rosso e verde, ovvero alimenti carichi di antiossidanti e Sali minerali.

Evitare chiaramente l’esposizione al calore nei limiti del possibile, per lo meno l’esposizione diretta, e privilegiare i luoghi riparati. Occorre anche evitare l’affaticamento che è causa di termo-dispersione e sudorazione.

Bisogna poi tener conto che molti anziani usano farmaci come diuretici e ipotensivi il cui fabbisogno si riduce fortemente durante questo periodo. Per cui è bene parlare con il medico curante per tarare verso il basso la terapia per evitare rischi di ipotensione, sincope, cadute e fratture è molto elevato.

Nei soggetti che poi vivono senza un adeguato supporto, familiare e sociale, è importante verificare bene le condizioni abitative, ovvero che la casa non si trasformi in un forno.

Un altro consiglio è quello di tenere sempre sotto controllo delle loro condizioni. Occorre prestare attenzione a minimi segni perché un leggero rallentamento nella capacità di comprensione, espressione e memorizzazione può essere un chiaro indizio di qualcosa che non va o di una riduzione delle normali attività abituali.

Infine, molto utile, laddove possibile, è pure la verifica delle disponibilità alimentari: se non si può fare un vero e proprio diario alimentare è importante controllare il frigorifero per capire quali alimenti ci sono e se non sono scaduti.

Qual è la percentuale degli anziani a rischio nel nostro Paese durante l’estate?

La percentuale è in funzione della condizione di base. Se c’è una malattia cronica possiamo avere una quota dell’1-2% - che non è poco per una malattia cronica – che va incontro a eventi maggiori soprattutto quando, al calore, si aggiunge l’inquinamento.

Questo è il momento più critico ed esistono diversi studi epidemiologici che documentano come, in presenza di aria stagnante, c’è un forte incremento degli accessi ospedalieri.

di Alessandro Conte

23 luglio 2018

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