Gianluca Bertazzoli, in Italia il riciclo della plastica è un trend in crescita

Gianluca Bertazzoli, in Italia il riciclo della plastica è un trend in crescita

Il Responsabile della Comunicazione delle Relazioni Esterne di Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica, spiega l'andamento della raccolta differenziata e dei riciclo nel nostro Paese e analizza come la popolazione reagisce all'importanza del riciclo della plastica...

Intervista al Responsabile della Comunicazione delle Relazioni Esterne di Corepla sull’andamento del recupero degli imballaggi in plastica nel nostro Paese

MILANO - Come sta evolvendo la raccolta differenziata e il riciclo del PET e degli imballaggi in plastica nel nostro Paese? Quanto sono sensibili gli italiani al tema? Quali sono i problemi maggiori che si pongono a riguardo? Gianluca Bertazzoli, Responsabile della Comunicazione delle Relazioni Esterne di Corepla, spiega in un’intervista il trend generale, gli obiettivi futuri e come la popolazione reagisce ai messaggi e alle campagne pubblicitarie di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata e il riciclo della plastica.

A livello generale come si sta evolvendo il recupero degli imballaggi in plastica in Italia?

Abbiamo sempre una buona crescita della raccolta: nel 2012 arriveremo a 700 mila tonnellata, quindi con l’aumento consistente rispetto ai 657 mila dell’anno scorso. Il riciclo fa un po’ fatica a seguire l’aumento della raccolta, anche se quest’anno dovremmo migliorare il tasso di riciclo di un punto o due. Quindi quanto effettivamente si ricicla rispetto a quanto si raccoglie.

E’ un trend in crescita?

E’ un trend in crescita. Da quando la raccolta fu estesa per tutte le tipologie di imballaggio nel 2001 questo tasso era andato costantemente diminuendo fino a tre anni fa, stabilizzandosi poi per un paio d’anni. L’anno scorso ha iniziato a migliorare di qualche punto di percentuale e quest’anno dovremmo avere un altro picco di miglioramento.

Vi siete posti degli obiettivi per il 2013?

Il 2013 ha l’obiettivo di continuare a migliorare il tasso di riciclo e la percentuale di quanto si ricicla e quanto si raccoglie, cosa che si può fare lavorando solo sulle frazioni più complesse, plastiche miste e così via. Parlando del comparto delle acque minerali, devo dire che le bottiglie godono di buona salute, nel senso che il problema è che la raccolta aumenta ma le bottiglie aumentano poco. Ci sono alcune regioni che invece sono molto indietro che sono i veri giacimenti di bottiglie non raccolte e continuano a restare indietro.

Quali sono i problemi maggiori legati alla raccolta differenziata?

Rispetto alla raccolta oggi come comunicazione abbiamo due obiettivi,  due stimoli forti che vengono dal cittadino. Uno riguarda cosa mettere nella raccolta: la raccolta estesa a tutte le varierà degli imballaggi spesso disorienta, e si ha poca attitudine a riconoscere cos’è un imballaggio. Infine c’è anche la necessità di rendere partecipe cittadino, che vuole essere rassicurato facendogli  vedere cosa diventa ciò che si raccoglie per capire effettivamente l’importanza del riciclo.

A questo proposito voi avete realizzato due campagne pubblicitarie: come hanno risposto i cittadini?

Noi abbiamo fatto 3 passaggi, anche in tv, e una classica incentrata sul tema dell’abbandono, soprattutto in  vacanza, al mare. Sono molto positive e sono state percepite come campagne di valore educativo, non autocelebrativa, chiara. Mi sembra anche con una buona visibilità e apprezzamento per i mezzi usati.

Parlando della popolazione, qual è la fascia più sensibile ed informata e quale quella su cui bisognerebbe lavorare di più?

La fascia più attenta è quella degli opinion leader, delle giovani mamme e tutti coloro che si collocano in una fascia socio culturale alta. Qui c’è senz’altro maggior tasso d’interesse e contemporaneamente anche maggiori perplessità: nel senso che si pongono degli interrogativi pratici su come risolvere i problemi. La fascia di più difficile approccio è il mondo maschile, di età elevata e basso livello socio culturale. La fascia più ostica e marginale, se vogliamo. I giovani invece sono un caso a se stante, si lavora molto bene con le scuole elementari e medie, mentre con gli adolescenti è più difficile perché bisogna trovare strumenti di penetrazione molto mirati per entrare nelle loro tribù. 

È una contraddizione perché è una fascia di popolazione ovviamente in via di formazione culturale ma non sprovveduta per le capacità intellettuali.

Hanno dei codici loro ed è necessario un approccio più vicino ai loro linguaggi per far passare il messaggio. Il rischio di parlare con loro in modo generalista è che il messaggio stesso non venga percepito o, peggio, compreso con un significato diverso.

IL VADEMECUM - E da Corepla ecco un vademecum pratico sul corretto riciclo che risponde alle domande e alle incertezze più comuni sulla raccolta differenziata.

Tutte le plastiche possono essere riciclate?
Prese in modo isolato, tutte le plastiche possono essere riciclate. Di fatto però, nel ciclo della raccolta differenziata, arrivano anche imballaggi che per svariati motivi non possono essere riciclati, o lo sono solo parzialmente perché:
- di dimensioni troppo piccole
- risultano contaminati da residui di contenuto (anche se progressi notevoli si registrano in questo settore)
- sono il risultato di più materiali plastici incompatibili tra di loro.

Chi deve diversificare la raccolta delle plastiche?
Non bisogna mai dimenticare che il primo passo per la raccolta differenziata si fa nelle nostre case, separando i diversi tipi di imballaggi e conferendoli al servizio di raccolta comunale. Spesso le regole di raccolta variano da comune a comune, anche se si tende a creare una raccolta 'multimateriale' (plastica, alluminio e acciaio) con la successiva divisione dei materiali in appositi impianti.

E dove mettiamo biro, tappi di plastica, stoviglie usa e getta, ecc.?
Una premessa è d'obbligo: la raccolta differenziato riguarda solo ed esclusivamente gli imballaggi.
Da qui possiamo dire con sicurezza che:
- biro, pennarelli, giocattoli e oggetti similari non vanno messi nella raccolta differenziata proprio perché non sono imballi
- i tappi di plastica delle bottiglie si possono considerare a tutti gli effetti 'accessori di imballaggio' e possono seguire il proprio contenitore nella raccolta differenziata specifica
- Le stoviglie monouso possono essere considerate 'imballaggi' quando servono a somministrare cibi e bevande che si acquistano in punti di ristorazione, oppure 'non imballaggi' se utilizzati in ambito domestico. Oltre tutto spesso le stoviglie usa e getta mantengono molti residui organici alimentari, inficiando la loro qualità per il riciclo. È quindi meglio non comprenderli nella raccolta differenziata.

Bisogna lavare i contenitori prima di gettarli?
Tutto ciò che viene inserito nella raccolta differenziata deve essere vuoto e non deve avere grandi quantità di residui organici. Questo non vuol dire però che devono essere lavati.

È possibile promuovere un programma di prevenzione?
Sono le imprese produttrici di imballaggi che possono fare scelte di tipo progettuale, tecnico e di marketing per ridurre sostanzialmente i quantitativi di materia prima utilizzati per la produzione di imballaggi. Per la plastica sono stati fatti molti passi in avanti: negli ultimi dieci anni tutti gli imballaggi hanno diminuito sensibilmente il loro peso, permettendo quindi un minor uso di materie prime per realizzarle e meno emissioni per il loro trasporto e un netto miglioramento della capacità di conservazione degli alimenti in grado di ridurre i rifiuti organici.

Cosa può fare concretamente il cittadino?
Essenzialmente agire su due fronti: sia quando acquista, facendo attenzione che gli imballaggi siano ecocompatibili e recuperabili, sia a casa, dove deve separare al meglio le diverse tipologie di rifiuti rispettando le direttive comunali ricevute.

4 dicembre 2012