Mauro Morandi, la storia del custode dell’Isola di Budelli - In a Bottle

Mauro Morandi, la storia del custode dell’Isola di Budelli

Un’avventura alla “Robinson Crusoe”. Partito alla ricerca di un paradiso tropicale ha scoperto, per caso, l’isola di Budelli: è stato amore a prima vista e da 31 anni non l’ha più abbandonata

MILANO – Cambiare vita e rinunciare al posto fisso di insegnante per vivere su un’isola tropicale immerso nella natura incontaminata. È questa in sintesi la curiosa storia di Mauro Morandi, insegnante di educazione fisica in una scuola media fino al 1980, che ha deciso di mollare tutto per seguire il suo sogno. Ispirandosi al navigatore e scrittore francese Bernard Moitessier, Mauro Morandi, da Gallipoli, ha intrapreso il suo viaggio per mare sognando la Polinesia, che lo ha portato a scoprire l’Arcipelago della Maddalena. Da 31 anni l’ex insegnante è il custode dell’Isola di Budelli, uno dei tanti gioielli della Sardegna. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua particolare storia e scelta di vita.

Ci racconti della sua vita “precedente”, prima di diventare il guardiano dell’Isola di Budelli.

“Sono stato insegnante di educazione fisica in una scuola media, a Nanantola, un piccolo paese della provincia di Modena. Ai tempi ero un personaggio ‘fuori dagli schemi’, nel senso che adottavo un modo molto particolare per fare lezione: abbinavo, al movimento, la musica. Per ben 3 anni ho cercato di ‘combattere’ il sistema-scuola, che non ammetteva quel tipo di insegnamento, e non riuscendo a prevalere, ho scelto di andare in pensione. Da lì la decisione di perseguire il sogno che avevo sin da bambino, ovvero raggiungere un paradiso tropicale per visitarlo e, se possibile, viverci in pianta stabile. Assieme a qualche amico dopo aver trovato e ristrutturato un catamarano a Gallipoli, siamo partiti all’avventura”.

La svolta è arrivata quando la compagnia, casualmente, ha fatto scalo nell’Arcipelago della Maddalena. Più precisamente a Budelli, isola che Mauro Morandi non sapeva esistesse.

“L’occasione mi si è presentata dopo aver parlato con l’allora guardiano dell’Isola di Budelli. Questi, infatti, da lì a due giorni sarebbe partito, lasciando il posto per sempre. Troppo forte, infatti, lo stress accumulato dalla moglie durante l’estate, per via dell’orda di turisti, e d’inverno, a causa della solitudine. Non ci pensai due volte: per me era l’ideale, era ciò che cercavo all’epoca e ciò che ho sempre desiderato. Il coronamento del mio sogno”.

Lei è su un’isola, circondato dall’acqua. Che cosa rappresenta questa importante risorsa?

L’acqua è la vita. Si muove in continuazione, sia con le alte che con le basse maree, ma anche per via della forza del vento. Crea le onde e, in inverno, le burrasche: quando si assiste a fenomeni come questo, ci si emoziona e ci si rende conto davvero di che cosa sia la Natura. L’essere umano crede di essere forte, ma non è nulla in confronto a quest’ultima. La Natura è potente e, al tempo stesso, bellissima. L’isola, poi, è ‘isolamento’, ‘essere lontani’, ‘sentirsi soli’: tutte emozioni che cercavo e che sognavo, soprattutto in una stagione come l’inverno, dato che in estate mi tengono compagnia i turisti. È proprio in questa stagione che trovo la vera serenità, il contatto con l’acqua e con la Natura”.

Prima ha parlato di isolamento. Quali sono le emozioni ed i sentimenti che prova ed ha provato in tutti questi anni?

“La cosa più importante è aver raggiunto uno stato di serenità e di tranquillità. In un momento come questo, però, sono anche preoccupato per i miei parenti a causa della situazione che sta attraversando l’Italia. Come dicevo prima sono sereno, ma non felice, perché quest’ultima emozione è una questione di attimi, che arrivano e che vanno via. La noia? A me fa molto piacere, anche perché, quando c’è, si cerca di creare qualcosa, si va oltre, si va avanti. Non è da considerare come negativa: i greci, per esempio, ne parlavano molto bene. È proprio dalla noia che nasce la creatività”.

E Mauro Morandi, di creatività, ne sa qualcosa…

“Ho scritto un libro, ‘La poltrona di ginepro’, pubblicato da Rizzoli. Ho anche realizzato una raccolta di fotografie e creato tanti oggetti con ciò che mi regalava il mare ogni giorno. Ciò che ho ricavato, l’ho devoluto in gran parte in beneficenza. L’associazione si chiama Interethnos Interplast Italy, una onlus di chirurghi plastici che prestano gratuitamente la propria esperienza in paesi del Terzo Mondo”.

Oltre a questo, che cosa fa per passare il tempo?

Leggo moltissimo, dai 30 ai 40 libri all’anno. Lo faccio perché, tra le pagine, trovo dei ragionamenti che ho fatto io stesso tempo fa. I libri mi hanno educato ed hanno tirato fuori ciò che avevo già dentro. È un percorso di crescita individuale, in cui cerco di trovare la mia strada e, una volta individuata, la percorro. È come la filosofia di Jack Kerouac in ‘Sulla Strada’: essa è un percorso dove non esiste la meta. Una volta arrivato al possibile traguardo, infatti, si apre un’altra miriade di strade e, quindi, si deve continuare a camminare. È durante quel percorso che si cresce e non quando si raggiunge la propria meta. Sono molto convinto di ciò”.

@maurodabudelli è la sua pagina Instagram. La bellezza racchiusa in un social network.

“Mi trovo molto spesso a pensare e ad annoiarmi, ma è proprio in questo frangente che faccio cose e creo. Adesso sto scattando delle foto e le sto postando su tutti i miei social, fra cui Instagram. Non sono la rappresentazione di un panorama, ma di uno stato d’animo. Inserendo un particolare filtro, infatti, le persone possono intuire che cosa io stessi provando quando ho scattato quella determinata foto. La gente poi, quando vede la bellezza, la ammira solo a livello superficiale, ma non fa il ‘lavoro’ di andare in profondità. Faccio l’esempio della celebre spiaggia rosa di Budelli, di cui molto spesso i turisti si portavano a casa un po’ della coloratissima sabbia. Questo vasetto, su una mensola di casa, non vuol dire niente. La spiaggia si deve percepire con tutti i sensi e non solo con la vista. Si deve tenere in considerazione il contrasto con il mare e con le piante della macchia mediterranea, ma anche il sibilo del vento e la risacca del mare”.

di Michael Dones

Source: Adobe Stock

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