La psicoterapeuta Francesca Chiricozzi spiega come battere il malessere psicologico post-vacanza

La psicoterapeuta Francesca Chiricozzi spiega come battere il malessere psicologico post-vacanza

Da spiagge esotiche e verdi montagne, allo stress dell'ufficio e alla routine della città. Le conseguenze per chi torna al lavoro dopo le ferie estive? Senso di stordimento, calo dell'attenzione, irritabilità e apatia. I consigli della psicoterapeuta Francesca Chiricozzi per affrontare al meglio il ritorno dalle ferie...

Passata l’estate ritorna lavoro, università e impegni quotidiani. Ecco cosa fare per approcciare al meglio il “Back to Work”

MILANO - Gli inglesi lo chiamano post-vacation blues, dove “blue” è sinonimo di tristezza e depressione, per noi è semplicemente lo stress post-vacanza o depressione da rientro, una sindrome sempre più diffusa per chi torna al lavoro dopo un lungo periodo di ferie. Ma quali sono le ragioni ed i sintomi più comuni con cui si manifesta? Ecco qui il punto di vista e alcuni pratici consigli della psicoterapeuta e neuropsicologa Francesca Chiricozzi dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Finita l’estate comincia un’altra stagione in città. Come viviamo il rientro delle vacanze a livello psicologico?

In alcune persone, al rientro da un periodo di vacanze sufficientemente prolungato da richiedere all’organismo un adattamento a nuovi ritmi, orari e attività, si possono manifestare sintomi che evidenziano una condizione di malessere diffuso (insonnia, cefalea, spossatezza, senso di stordimento e agitazione, tachicardia, calo dell’attenzione, irritabilità, malinconia, abulia, ritiro interiore, apatia) e che sono l’espressione di un eccessivo carico di stress a cui è sottoposto il nostro organismo.  La depressione post-vacanze o da rientro, questo il nome del disturbo (in inglese “Post-Vacation Blues”), non va confusa con la depressione vera e propria, perché l’entità del quadro depressivo è molto più blando e transitorio rispetto a quello di una “vera” depressione.Perché dopo un periodo di riposo il nostro organismo si sovraccarica di stress anziché rilassarsi? L’adattamento ad un cambiamento comporta uno sforzo; quando questo è richiesto a livelli troppo elevati e in tempi troppo repentini, il nostro organismo “legge” queste richieste come segnali che lo pongono in uno stato di allerta, da qui la condizione di stress, e l’attivazione di risposte fisiologiche necessarie a difendersi dalla situazione di disagio psicologico. Per prevenire un surplus di stress al rientro dalle vacanze è possibile adottare semplici accorgimenti pratici come, dedicarsi ad attività piacevoli per favorire il relax durante gli ultimi giorni di vacanza prima del ritorno a casa; curare l‘alimentazione rendendola regolare e bilanciata; dormire le necessarie ore di sonno; continuare a svolgere attività all‘aria aperta poiché viene stimolata la produzione di endorfine che migliorano il tono dell‘umore; programmare il rientro e riprendere con gradualità gli impegni.
 

Chi è più esposto allo stress da rientro? Vi sono categorie lavorative più interessate da questa sindrome rispetto ad altre?

In Italia una persona su dieci sembra essere colpita dalla sindrome di stress da rientro. Certamente l’impossibilità o l’incapacità di vivere uno stile di vita (in particolare il tipo di lavoro) soddisfacente, specie se si tende a caricare di aspettative eccessive le vacanze, può favorire la comparsa di reazioni depressive al ritorno dalle ferie. Va comunque detto che la reazione fisica e psicologica al rientro post-vacanziero dipende sia da caratteristiche personali che dal tipo di lavoro che si svolge. Le persone molto ansiose, insicure, hanno maggiori difficoltà a ripartire. Tra le categorie professionali più a rischio ci sono quelle impegnate su più fronti (sono particolarmente esposte le donne che svolgono il ruolo di madri, mogli e lavoratrici), chi lavora su più turni e chi è sovraccaricato da responsabilità.

Una corretta idratazione aiuta a recuperare concentrazione e attenzione?

Ogni individuo sviluppa tecniche del tutto personali per fronteggiare lo stress. In ogni caso stare attenti all'alimentazione, mangiando cibi che favoriscono la produzione di sostanze cerebrali che agiscono  positivamente sull’umore e mantengono un giusto apporto idrosalino aiuta a mantenere un equilibrio l’umore e le capacità intellettive. In particolare l’idratazione ha un ruolo preponderante nel permettere di non avere cali di memoria e di attenzione (abilità estremamente condizionate dalla sindrome da stress da rientro) e nel non produrre un calo nei tempi di concentrazione e dei riflessi visivi e motori.

Aggiornato il 2 settembre 2013