Arriva l'era dello Slow Design

Arriva l'era dello Slow Design

L'eco-designer inglese Michelle Brand spiega perché e in che modo alcuni oggetti apparentemente inutili possono diventare vere e proprie opere d'arte. Alla base della sua attività l'innovativo pensiero dello slow design, la nuova frontiera che coniuga arte e riciclo e che mette la creatività e l'amore per la natura al centro dello sviluppo futuro...

Estetica raffinata e rispetto per l’ambiente sono al centro del concept creativo dell’eco-designer inglese Michelle Brand


MILANO - “I problemi del mondo d’oggi non possono essere risolti con lo stesso modo di pensare che li ha creati”. Oltre ad essere uno dei più celebri aforismi di Albert Einstein è anche il motto su cui si basa tutto il lavoro di Michelle Brand, l’eco-designer inglese specializzata nel “tirare fuori” da oggetti comunemente considerati inutili, come lebottiglie di plastica usate, vere e proprie opere d’arte e d’arredo.

L’ARTISTA - Michelle Brand ha studiato Product Design and Development presso Salford University e Bioclimatic Design alla Manchester Metropolitan University. Attualmente Designer presso l’Emerge Recycling, si è specializzata in rigenerazione di materiali, e progettazione sostenibile all’interno del ciclo dei rifiuti e del riciclaggio. E’ nota a livello internazionale soprattutto per le sue opere realizzate con bottiglie in PET e i suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie e spazi in Gran Bretagna, così come MilanoNew York Parigi.

IL PENSIERO - L’artista ha il suo laboratorio e la sua vita a Manchester, in Inghilterra. Il suo contributo rappresenta una risposta alternativa e pratica ai problemi della sostenibilità ambientale che la natura sta ponendo in maniera sempre più crescente all’uomo. Un lavoro che fonda la sua ispirazione sugli spunti che la bellezza invisibile di alcuni oggetti di uso quotidiano nasconde. “Anche vedere la quotidianità è un’arte - afferma Michelle Brand - Una volta cheuna bottiglia di plastica è vuota viene percepita come inutile e gettata via. Ho voluto sfidare questo paradigma di sprechi, cercando di realizzare opere che prolunghino la vita estetica di un oggetto prodotto in serie, dandogli un secondo utilizzo”. Un pensiero raffinato e al tempo stesso pratico, prosegue la Brand: “Questo è dovuto al fatto che io vengo da una filosofia di eco design molto pragmatica e tutto il mio lavoro nasce da una forte convinzione nei confronti del sostenibile e dalla necessità di ricercare continuamente spunti nuovi”.

LO SLOW DESIGN - “Se c’è un oggetto davvero detestato da chi ama la natura quello è senz’altro la bottiglia di plastica - sottolinea Michelle Brand - Eppure si tratta di un particolare che passa inosservato ma che, se isolato dal contesto, diventa un prezioso elemento modulare da comporre in grandi formazioni evanescenti”. Da queste considerazioni nasce la filosofia dello Slow Design professata dall’artista inglese, concepita nella duplice accezione del rispetto per l’ambiente e per l’attività umana. Afferma infatti la Brand - “Le geometrie raffinate e pure che centinaia di ‘fiori’ in PET regalano, lasciano veramente immaginare quanto la bellezza della natura possa essere riprodotta rispettandola.  Al tempo stesso - prosegue la Brand - anche il mio lavoro ha bisogno di tempo per poter essere sviluppato. Uomo e natura viaggiano di pari passo e potranno continuare a farlo solo rallenteranno le loro velocità, perché il rischio è quello di perdere qualsiasi valore e significato”.

aggiornato il 7 febbraio 2013